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#Pallavolo – Un USIGNOLO tra le “Farfalle”

L’abbiamo sempre conosciuta (ed ammirata) per la potenza delle sue schiacciate e la dolcezza del suo sguardo. Poi in occasione della presentazione della squadra tricolore si è scoperta che JULIANN FAUCETTE ha un’altra grande qualità il canto

(Gian Luca Pasini per iVolley n.49) I tifosi di Busto si sono accorti della sua voce durante la presentazione della squadra in piazza. Hanno capito che Juliann Faucette sapeva fare qualcosa d’altro che picchiare la palla sul campo: cantare. Come è cominciata?
“Cantava mia mamma, lo faceva alle partite di baseball e in altri eventi sportivi. Io ho cominciato nel coro della scuola. Avevo un insegnante molto bravo, mi ha dato anche lezioni private, sono migliorata un po’ per volta… Ma è una cosa così”
Tanto da sognare di essere una stella della canzone?
“Perché no, mi piacerebbe molto. Non so se posso farlo professionalmente, se sono all’altezza, ma sarebbe bello. Anche se molto difficile”.
Più difficile sfondare nel volley o nello spettacolo?
“Nello spettacolo. Non c’è dubbio”.
In attesa di vedere (e ascoltare) se Faucette diventerà cantante: la pallavolo. Secondo anno in Italia come va?
“Benissimo a Busto mi trovo meravigliosamente. C’è anche Carli Lloyd che è la mia più cara amica. E questo mi ha aiutato parecchio. Grandi compagne di squadra, c’è un bel rapporto anche fuori dal campo. Insomma il massimo. L’anno scorso a Urbino è stata molto più dura: la nuova cultura, il primo anno lontano dalla famiglia, dagli amici. Ci ho messo un po’ ad adattarmi, anche se la gente era molto gentile ugualmente”.
Come i tifosi della Unendo Yamamay.
“Eccezionali. Davvero incredibili. Alla mia Università (Austin in Texas) anche noi avevamo una tifoseria così, con corografie e  pubblico dedicato, e un rapporto con la gente fuori dalla partita. E questo mi fa mancare ancora di più casa… Ma arrivare all’affetto della gente di Busto è davvero difficile”.
A cominciare dal grido di battaglia “Yama Let’s go” che viene ripetuto ossessivamente tutte le volte che Busto Arsizio ha un set ball.
“Dato che è in inglese ce lo ripetiamo anche io e Carli per caricarci alle partite. Soprattutto quelle più importanti. Onestamente sentirlo dal campo è entusiasmante, come giocare una partita davanti a questa gente e a questo tifo”.
Nelle ultime settimane Busto ha trovato il suo equilibrio?
“Siamo venute fuori come squadra. Sappiamo dove siamo in campo. Ci aiutiamo. So che non siamo ancora al massimo e questo è grandissimo perché vuole dire che possiamo crescere ancora. Anche perché sappiamo che dobbiamo  essere al meglio solo a fine stagione. Quando conta”.
Una cosa che non le piace dell’Italia?
“Forse quel andare piano piano che c’è qui. Prendere le cose con calma. Negli Stati Uniti è tutto veloce, rapido… Ma forse anche questa è una maniera di imparare qualcosa. Ad esempio saper prendere la vita in un’altra maniera”.
Una che le piace?
“La storia che si respira qui. La storia dei palazzi, la religione, tutto è cultura. Viverci è fantastico”.
Banale ma il cibo?
“Ovviamente. Anche quello. Ho già eletto il mio piatto preferito: gnocchi”.
Juliann cucina?
“Sì mi sono cimentata nelle lasagne per il mio ragazzo. E poi spesso faccio anche dei dolci (buoni….)”.
Il sogno?
“Non è difficile vincere il campionato e la Champions League”…

Foto di Stefano Moroni

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