Quando si gioca una finale a quattro una festeggia e le altre escono deluse. Se poi ti chiami Modena e di SuperCoppa ne avevi vinte due consecutive, il ritorno a casa è mesto anche con il terzo posto in tasca. La prima Azimut ufficiale, targata Stoytchev, non ha entusiasmato (primo set della semifinale a parte). Se ci si ragiona un attimo non poteva che essere così per una squadra decisamente rinnovata, con soli tre titolari confermati e una preparazione relativa. Ngapeth ha ripreso a tempo pieno dopo un lungo periodo di sosta; Bruno è tornato in Italia soltanto da una decina di giorni; Holt, addirittura lo ha fatto poche ore poche ore prima di scendere in campo. Anche i reduci dalla stagione azzurra, il centrale Mazzone e l’opposto Sabbi, hanno avuto poche sedute di allenamento per trovare l’amalgama con il gruppo. Insomma a Civitanova si è visto solo una bozza della squadra che verrà.
Guardando il bicchiere mezzo pieno ci sono stati segnali da tenere presenti. Su tutti il rendimento della ricezione: Urnaut-Ngapeth-Rossini sono una formazione di grande livello. Giulio Sabbi ha dimostrato di poter essere un bomber importante e ci sembra motivato a sfruttare al massimo questa occasione per far sbocciare definitivamente la sua già positiva carriera. Daniele Mazzone potrà beneficiare della grande abilità di Bruno a sfruttare al meglio i suoi centrali, per lui Modena può essere la squadra della definitiva consacrazione.
Insomma a mente fredda l’Azimut scorderà in fretta la delusione e potrà ricominciare a pensare in grande. Come fanno già da qualche mese i suoi tifosi, che ancora una volta non ha fatto mancare il loro appoggio sino alla fine.
Foto di Michele Benda