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#Pallavolo Storie&Personaggi – La dolce Giulia, schiacciatrice controcorrente (foto di Stefano Moroni)

(Eugenio Peralta per iVolleymagazine.it) È una che va avanti con il suo passo e i suoi tempi, Giulia Bartesaghi: alla pallavolo è arrivata tardi, saltando a piè pari tutta la trafila del Minivolley e buona parte delle giovanili, ma quando ci è arrivata – grazie anche alla sua altezza non indifferente: 1,87 – ha preso al volo il treno più importante, quello del Club Italia. Dopo due stagioni a stretto contatto con Orro, Egonu e gli altri fenomeni emergenti della rappresentativa azzurra, ha imboccato una strada più lontana dai riflettori, giocando in B1 a Novara e in A2 a Caserta (e restando comunque nel giro delle Nazionali giovanili). Ora però, trascorse due stagioni e a soli 19 anni, eccola di nuovo dove non ti aspetti: per la prima volta in serie A1, con la maglia della matricola. Una piazza ambiziosa dove la concorrenza, soprattutto nel suo ruolo, non manca di certo: la statunitense Newcombe, il gioiellino Degradi, la colombiana Coneo. Giulia però ha le sue solidissime motivazioni per spiegare una scelta, ancora una volta, un po’ controcorrente: “Sono consapevole di essere qui prima di tutto per fare un po’ di gavetta – esordisce la schiacciatrice lecchese – ma so anche che sarà una tappa molto importante per la mia carriera. Anzi, anche se siamo ancora all’inizio della stagione, devo già ringraziare le mie compagne per l’aiuto che mi stanno dando in tutto. La mia speranza è di imparare il più possibile da loro per provare a giocarmi le mie chance l’anno prossimo, magari da titolare in A2: vedremo come andrà. Certo non è facile adeguarsi a un livello così alto e mantenerlo in modo costante, ma stiamo lavorando bene e spero che presto arrivino anche i risultati”.
Tornando indietro di qualche passo, l’avventura con il Club Italia è stata senza dubbio il punto di svolta nella carriera di Bartesaghi: “Un’esperienza preziosissima, sia tecnicamente che a livello umano, per la quale ringrazio moltissimo la Federazione. Quando sono arrivata al Centro Pavesi ero davvero alle prime armi, per me la pallavolo era un mondo completamente nuovo: nei due anni in azzurro sono cresciuta tantissimo, anche perché ho avuto modo di confrontarmi con ragazze che adesso sono al top del volley italiano. Conservo un ricordo bellissimo di quel periodo e mi capita spessissimo di trovare nel mio “archivio” tante esperienze che mi sono utili ancora adesso”.
Uscire dal “nido” milanese ed essere catapultata nella pallavolo di club non è però sempre un gradino facile da salire: “La differenza è grande –  conferma Giulia – soprattutto perché in un club sei meno seguito, devi saperti gestire da solo e devi essere in grado di ricordare e utilizzare al momento giusto quello che ti è stato insegnato. D’altro canto negli ultimi due anni sono diventata molto più indipendente, anche perché nello stesso periodo ho anche finito le scuole superiori. Certo, bisogna imparare a fare affidamento su se stessi dopo essere stati molto aiutati, ma è un passaggio necessario per diventare un giocatore a tutti gli effetti”. Pressione del risultato compresa: “Tutti i club vogliono raggiungere i propri obiettivi e a tutti piace vincere. Per me però non è un peso, preferisco viverlo come un incentivo a lavorare bene tutta la settimana per arrivare preparati alla partita”.
E nel (poco) tempo libero com’è Giulia Bartesaghi? “Mi definisco una persona abbastanza curiosa: mi piace capire dinamiche e cose che non conosco, e confrontarmi con realtà un po’ diverse dal mondo della pallavolo in cui vivo immersa tutti i giorni. Questo vale anche per altre discipline sportive: ad esempio pratico spesso il nuoto e, quando torno a casa, l’equitazione. Mi piace anche leggere, soprattutto i grandi romanzi: più pagine hanno meglio è! E poi tutte le cose che fanno le ragazze della mia età: ascoltare la musica, uscire con gli amici”.

Servizio fotografico di Stefano Moroni
Si ringrazia il “The MODE” di Legnano per la location

 

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