(Gian Luca Pasini per iVolleymagazine.it) Nella sua vita ha sempre dovuto guadagnarsi tutto e anche dimostrarlo. Per questo motivo ha scelto di ripartire da Ravenna per una nuova sfida l’ennesima della sua carriera. Dopo l’anno di Modena. Ma se a Santiago Orduna parlate della stagione al PalaPanini vi dirà “Una delle migliori della mia vita e non solo perché ho vinto subito la Supercoppa, ma anche perché ho giocato in quella città, ma quello è dietro le spalle adesso c’è Ravenna”. Che finora è andata sempre a punti e si dimostra una squadra che non molla mai. Qualsiasi cosa succeda, sia che sia sopra 2-0, sia che si trovi sotto 2-0. Come è successo a Verona. “Un po’ di rabbia ce l’abbiamo, perché poteva anche andare a finire diversamente la partita. Ma per come si era messa potevamo anche perdere senza portare a casa punti. Invece siamo stati lì, abbiamo combattuto pallone su pallone e ne siamo venuti fuori”.
Lui nelle vittorie di Ravenna e nei 14 punti conquistati non si prende tanti meriti: ma non è un caso che la Bunge (si pronuncia Bunghe) lo abbia aspettato fino alla fine del mercato e gli abbia dato i gradi di capitano. Per fare capire che la squadra ruota attorno a Santi, figlio d’arte il papà allena la Nazionale femminile argentina. Da lì è partito giovanissimo e si è conquistato un posto nella Albiceleste, poi in Spagna, poi in Italia. Sempre più in alto. “Siamo una squadra tosta, mix di esperienza e di gioventù”. Che Santi raduna a casa sua, sull’Adriatico dove ha trasferito anche moglie e il cane per qualche grigliata argentina (tradizione tutta sudamericana). La moglie prepara le empanada, mentre lui si mette alla griglia per tutta la squadra. I primi risultati si sono già visto come le vittorie con Trento e Milano, “Ma la strada è lunga, non conta quello che facciamo adesso, conta quello che saremo fra qualche mese. Lì dovremo dimostrare quanto valiamo”. Orduna ci scommette…
Foto di Stefano Moroni