L’ “uragano Earvin” ha polarizzato l’attenzione della serata di Santo Stefano del mondo del volley italiano, ma nell’ultimo turno di andata c’è un altro fatto che deve essere analizzato il ko di Civitanova al PalaFlorio, contro Castellana Grotte. Onore e merito ai pugliesi che hanno lottato con grande orgoglio, ma la sconfitta che è costata alla Lube il titolo d’inverno non può passare sotto silenzio, perché è una nuova prova no della squadra di Giampaolo Medei: “Abbiamo un po’ di problemi fisici in questo momento, da risolvere al più presto, dunque la formazione è dettata praticamente dall’infermeria, – ha detto il tecnico Lube a fine gara – inoltre ho fatto la scelta di far giocare Zhukouski perché secondo me era il caso di concedergli una partita di gioco. Siamo arrivati alla gara con poche energie mentali, ci è mancato agonismo e dopo il primo set liscio il match si è messo su binari scomodi, dopo un periodo in cui abbiamo consumato molto dal punto di vista nervoso”.
E’ vero mancavano Sokolov, Stankovic e Sander, poi si è deciso di fare a meno di Christenson. Assenze importanti, ma non tali da giustificare una controprestazione di una squadra piena di campioni, che però non ha continuità di gioco e di rendimento. Ancora una volta Osmany Juantorena ha giocato una sublime partita, ha ricevuto al 65% e attaccato al 51%, ha segnato più di tutti, 24 punti, ha ribadito di essere un fuoriclasse, ma non può fare miracoli. Le sue grandi prove hanno coperto alcuni momenti no di un complesso costruito per vincere e che non sembra avere la stessa compattezza della scorsa trionfale stagione.
La sensazione è che la squadra non abbia ancora trovato una sua personalità precisa, ci si affida alle prestazioni dei singoli. E la panchina, che dovrebbe essere un’arma in più, non sempre lo dimostra alla prova del campo.
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