“Commissariato di Busto Arsizio… dica”.
“Vorrei parlare con il commissario Arnò”.
“Chi è lei?”.
“Sono il vice commissario Francese”.
“Il commissario Arnò è impegnato in altra conversazione. Attende o richiama?”.
“Attendo, grazie”.
Aspettò buoni dieci minuti.
“Scusami Giuseppe, ma qui a Busto i questori sono esattamente come a Napoli”.
“E cioè?”.
“Degli autentici scassacazzi. Ma perchè non mi hai chiamato sul cellulare?”.
“Perchè è irraggiungibile. Si sarà scaricato… come al solito”.
“Ma no, ho finito adesso di parlare con un collega…”, e guardò il suo nuovissimo Samsung. Glielo aveva regalato Silvia, la sua compagna, per il 46° compleanno.
“Scarico! Ma come è possibile, l’ho caricato ieri. Sti cazzi di cellulare di ultima generazione…”.
“Non è il cellulare che non funziona, è la tua testa. Ma adesso che vengo io…”.
“Allora è fatta!”.
“Direi proprio di sì. Ma scusa, la comunicazione del mio trasferimento non ti è arrivata? E senza aspettare la risposta aggiunse: “Ho capito… come al solito non hai guardato la posta”.
Che cosa è questo dialogo? L’inizio di un racconto “giallo” a puntate scritto da Raoul Corcione un collega che si occupa prevalentemente di pallanuoto, che nei ritagli di tempo, tra un articolo e l’altro, scrive racconti gialli come questo che si svolge nel mondo della pallavolo. Sul suo sito c’è la prima puntata completa. E magari se siete degli appassionati di questo genere di letteratura potrete continuare a seguirlo.
Foto di Roberto Muliere