Il futuro della CEV Champions League è stato il focus della riunione che si è tenuta ieri, lunedì 12 marzo, a Lussemburgo. Alla presenza del Board della CEV, del Direttore Generale e del Segretario Generale della FIVB, si sono incontrati i rappresentanti di 20 Club europei (maschili e femminili), 4 Federazioni Nazionali, 6 Leghe – oltre alla Lega Pallavolo Serie A Femminile, anche Francia, Belgio, Germania, Grecia e Polonia -, televisioni (Polsat, Eurosport, NC+), AIPS (Associazione Internazionale della Stampa Sportiva) e Sportsradar.
I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi di lavoro, che si sono confrontati sulla formula attuale della Champions League, la competizione europea per Club più prestigiosa, e hanno riflettuto su nuove idee e possibili miglioramenti in relazione al Format, al Calendario, alla Promozione dell’evento e alla Sponsorship.
La Lega Pallavolo Serie A Femminile – rappresentata dal Presidente Mauro Fabris e dal Direttore Generale Piero Rebaudengo – è stata incaricata di guidare la discussione del gruppo di lavoro relativo alla Champions League Femminile e di esporne le conclusioni nell’incontro di sintesi del pomeriggio, tra le quali: una divisione stagionale tra Club e Nazionali che preveda 8 mesi per l’attività dei Club, 3 mesi per l’attività delle Nazionali e un mese di riposo per gli atleti; una pianificazione quadriennale del calendario di Champions League, per permettere a tutti i Campionati nazionali di strutturare la propria attività con sufficiente anticipo; un nuovo sistema di assegnazione della Final Four che individui con anticipo una sede neutra, da definire al termine di una fase di bando durante il quale tutti i soggetti interessati possano presentare la propria proposta; standard garantiti e linee guida più severe per l’organizzazione delle partite di Champions League e per la produzione televisiva, al fine di uniformare il prodotto da offrire a tifosi, appassionati e potenziali investitori.
La CEV si è impegnata ad analizzare con attenzione gli esiti delle sessioni di lavoro per assicurarsi che la Champions League possa evolvere nel tempo e confermarsi dal punto di vista dell’organizzazione e dello spettacolo quale punto di riferimento non solo nel mondo del volley, ma degli sport di squadra in generale.
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