(Daniele Bartocci per iVolleymagazine.it) Il tempo passa, lo stile resta. Beppe ha compiuto 63 anni il 12 aprile scorso e abbiamo colto l’occasione per fargli qualche domanda. Un’intervista come piace a lui, a tutto campo, con grande carica ed emozioni, e soprattutto con tante cartucce ancora da sparare. Alla faccia dei 60 anni suonati.
63 anni e non sentirli. Ci sono trucchi e ingredienti segreti del cocktail vincente targato Beppe Cormio? “Non è proprio così (sorride, ndr). Quando si invecchia si invecchia e non si torna più indietro. Non per questo è tutto negativo, alla mia età infatti ci sono ancora cose belle da mettere in cantiere. Tanto per fare un esempio, abbiamo raggiunto anche quest’anno con la Lube la finale scudetto e le Final Four di Champions League. Devo dire che a 63 anni c’è da imparare ancora molto, con la consapevolezza che è ancor più bello poterlo fare raggiungendo obiettivi prestigiosi”
Qual è il momento storico a livello sportivo che ricorda con più piacere? “Forse l’annata 2008 quando con l’Itas Trentino vincemmo il primo scudetto della storia della società. La stagione successiva ottenemmo anche il successo in Champions da matricola, pur se in una giornata complicata a causa della scomparsa di una persona a cui ero molto legato”
Sappiamo tutti che è stato lo scopritore di Julio Velasco. Che sensazione prova nel ripensare a quella trattativa avvenuta nel lontano 1983? “Più che scoprirlo, devo essere sincero, ho dato retta all’intuito del nazionale argentino Waldo Kantor, che arrivò alla TreValli Jesi (A2, ndr) dalla serie A argentina. Nello specifico, condivisi insieme all’ex presidente Sandro Casoni e al dirigente Franco Fioretti il suggerimento di Kantor di ingaggiare Velasco, vice-allenatore della nazionale argentina di volley. Avevo bisogno di una persona che lavorasse a tempo pieno in questo settore e potevo trovarla solo all’estero. Ci siamo affidati alla fortuna e allo spunto di Kantor. Storia simile è quella del tecnico bulgaro Radostin Stoytchev che portai in Italia nell’estate del 2007, alla Trentino Volley. Anch’egli era un vice-allenatore come Velasco, esattamente della Dinamo Mosca. Ma in questa prima di ingaggiare Stoytchev, infatti, conoscevo di più l’uomo. Al contrario, Julio Velasco per noi era uno sconosciuto”
Un aneddoto particolare che ci vuole raccontare a proposito di Velasco versione 1983-84? “In quegli anni riuscì a demolire un’auto societaria, nella zona di Fabriano, mentre si stava recando a Roma da un suo conoscente. La guida non era il suo forte”
Lei ha ribattezzato quella squadra chiamato Tre Valli Jesi come la Lube Mancata. Per quale motivo? “A Jesi stava davvero nascendo qualcosa di grandioso ma poi ci mancò lo sponsor. C’erano nazionali argentini come Kantor e Wagenpfeil e tanti ottimi giocatori, dirigenti fantastici. Confesso di essermi emozionato a maggio dello scorso anno, in occasione della vittoria scudetto della Lube: sugli spalti infatti c’erano tanti amici marchigiani e vecchi personaggi della Tre Valli volley (Paolo Giardinieri, Romano Piaggesi e Alberto Santoni, primo vice-allenatore italiano di Julio Velasco, ndr)”
Discorso a parte per Jesi, quali sono le città che le sono rimaste nel cuore? “Per durata Cuneo, per cuore Trento, per scelta di vita Padova”
Quali sono stati gli elementi fondamentali che le ha consentito di diventare un grande direttore sportivo? “Nella vita occorre mettersi in luce con l’umiltà di imparare. Bisogna dare il meglio di se stessi ogni giorno, con determinazione e volontà di comprendere bene il mercato dello sport e gli aspetti sportivi e di sponsorship. Durante la mia carriera ho avuto la fortuna di essere affiancato da professionisti e di imparare molto, crescendo quotidianamente e arrivando a costruire staff societari importanti e consolidati”
Quale strategia consiglia a una società per essere il più possibile competitiva sul fronte marketing? “Occorre far divertire il pubblico con servizi di qualità. Lo sport deve essere visto e vissuto come uno show. Si potrebbe dare maggior valore all’hospitality, con una visione più ampia, non solo rivolta alle imprese sponsor ma anche a singoli appassionati. Inoltre, si potrebbe aggiungere musica ed animazione ed azzerare i tempi morti, in modo tale da rendere il pomeriggio più piacevole. Alla Lube abbiamo organizzato varie iniziative a tema, penso alla Baby Room, alla KissCam…
Vuole dare qualche consiglio ai giovani di oggi? “Devono credere fino in fondo alle cose che fanno, cercando di raggiungere l’obiettivo prefissato. Pensate che il sottoscritto era il più giovane funzionario italiano in campo assicurativo, nonché giornalista. Oggi sono dirigente sportivo. Tutto questo per dire che bisogna sempre inseguire i propri sogni”
Ambizioni e obiettivi futuri di Beppe Cormio? “Che dire, alla Lube Civitanova ho un rapporto magnifico con tutti. Non credo proprio di andare oltre questa splendida esperienza. Finché mi vorranno seduto dietro questa scrivania resterò qui, con grande orgoglio e determinazione”
Concludiamo con una battuta. Se Beppe Cormio avesse la bacchetta magica, in quale personaggio si vorrebbe trasformare? “Mi trasformerei, anche subito, nel Beppe Cormio giovane e scaltro degli anni ’80 ma con il bagaglio di esperienza di oggi”
Le foto sono dell’album personale di Daniele Bartocci