Il prossimo Mondiale non sarà un torneo qualunque per Andrea Anastasi, che con la maglia Azzurra ha vinto lo storico titolo a Rio 1990 e sulla panchina tricolore ha vissuto la sfortunata avventura in Argentina nel 2002 e quella casalinga di otto anni fa chiusa ai piedi del podio. Oggi di quella squadra in azzurro è rimasto solo Ivan Zaytsev, forse il più atteso nella squadra di Chicco Blengini. Il Nano guiderà un’altra squadra, Il Belgio che ancora senza di lui ci ha dato l’ultimo dispiacere nell’Europeo 2017, eliminandoci nei quarti.
Andrea Anastasi in una bella intervista di Diego De Ponti su Tuttosport ha raccontato tra l’altro cosa vuol dire giocare un Mondiale in casa ed anche cosa si aspetta dal suo Belgio: “Come è giocare un Mondiale in casa? Certamente la pressione è molto forte ed è inevitabile che il risultato minimo sia andarsi a giocare una medaglia. C’è la Federazione che ha interesse a vedere la squadra andare sino in fondo. Poi ci sono i tifosi con il loro entusiasmo e le loro attese… Per me nel 2010 fu un’eseprienza bellissima, con il rammarico di aver mancato il podio”. Poi parlando delle aspettative del suo belgio, Anastasi ha aggiunto: “A differenza dell’Italia noi non abbiamo pressioni. C’è la possibilità di fare un buon torneo perché abbiamo valori interessanti. Noi non ci preoccupiamo di dove arriveremo. Abbiamo impostato un percorso. Lavoriamo per arrivare al meglio agli Europei del prossimo anno che ospiteremo”.