#Altro – Carlo Magri: “Spero di portare la mia lunga esperienza in due mondi che conosco, Sport e Politica”

Con una lunga intervista rilasciata a Gian Luca Pasini per la Gazzetta dello Sport, l’ex-numero 1 della Fipav Carlo Magri spiega il ruolo e i compiti che avrà entrando a far parte dello staff del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Giancarlo Giorgetti, uomo di punta del governo Cinque Stelle-Lega. Ecco i temi toccati:

IL RUOLO – “Spero di poter portare la mia lunga esperienza in due dei mondi che ho conosciuto meglio in tutta la mia vita: ovvero lo sport e la politica. Il primo l’ho frequentato per passione fin da quando ero ragazzo. I politici li ho sempre praticati, anche se non ho mai avuto una carica ufficiale… E’ scontato che spero di potermi rendere utile allo sport italiano. La cosa non potrebbe farmi altro che piacere”.

GIORGETTI – “La sua passione sportiva penso che non si possa mettere in dubbio in alcuna maniera. E non lo dico adesso, ma sono anni che lo ripeto: dal calcio al volley, alla bicicletta. Penso di poter dare un contributo con quello che ho imparato in questi anni, magari confrontandomi anche con altri presidenti che non hanno mai avuto un rapporto così diretto con la politica. Dovrò magari imparare ad avere un po’ più di moderazione: nella mia vita sono sempre stato un istintivo…”.

IL MONDIALE – “Al di là delle cariche penso di sentire ancora molto mio questo Mondiale che rischia di essere un successo da ogni punto di vista. Economico, mediatico e anche tecnico, anzi mi sbilancio una delle cose più importanti che sono state organizzate in Italia nel 2018. Non ho tutti i conti sotto mano, ma da come sta andando la prevendita direi che chiuderemo con un leggero utile. Gli altri due che abbiamo ospitato (nel 2010 uomini, nel 2014 donne, ndr) non hanno chiuso in perdita. Da questo punto di vista mi sento tranquillo. Poi c’è la parte comunicativa: canale generalista (Rai2) che trasmette le partite degli azzurri e copertura mediatica di primo ordine. Ho grande fiducia. Poi c’è l’aspetto tecnico”.

LA NAZIONALE – “Se dicessi che non mi manca stare vicino alla squadra come ho fatto prima a Parma ai tempi del Maxicono o negli ultimi 20 anni con le Nazionali di pallavolo, sarei un bugiardo. Mi manca, ma cambiano i tempi. Grosso modo è il gruppo che ha preso l’argento a Rio due anni fa, ma la squadra può andare lontano…. “.

GLI ITALIANI – “Torno all’esempio della pallavolo: non credo che sarebbe arrivata dove è arrivata senza i successi delle Nazionali. E penso che altri sport siano sulla stessa linea: credo che l’unica strada possibile sia quella di fare capire ai club che devono puntare sui giovani italiani. Mi pare che ci siano più federazioni con questo problema”.

I RUOLI – Parlando dei ruoli dello Stato e dello Sport Carlo Magri ha ribadito: “Penso che Giorgetti abbia idee chiare: si tratta solo di aspettare che le metta in pratica. Lo sport è una parte importante della società civile. Ed è giusto che riceva finanziamenti, perché può restituire alla società molto da diversi punto di vista: sociale, educativo, sanitario e via dicendo. Ma anche lo Stato deve capire che è necessario investire nello sport, naturalmente evitando gli sprechi. Tornando al punto: forse anche io sono uno di quelli che poteva andare via prima nella mia carriera di dirigente. Ma bisogna anche guardare il rovescio della medaglia: per contare nelle federazioni mondiali e quindi anche per ottenere organizzazioni di eventi in Italia devi essere credibile e conosciuto. Non credo che l’Italia avrebbe avuto questi 3 Mondiali (2010, 2014 e 2018) senza una lunga militanza mia in federazione. Bisogna certamente rinnovare, ma la competenza e la passione sono componenti importanti per i dirigenti”.

IL FUTURO – “Penso che questo governo o i prossimi dovranno prendere in mano la questione demografica. Che a mio parere è uno dei problemi più importanti che ha il nostro Paese adesso: e la questione demografica si ripercuote molto sullo sport. Meno bambini nati, meno giovani sportivi in campo. Con famiglie di 5-6 figli forse gli oratori italiani sarebbero ancora pieni di bambini. Chiudo con una battuta:  se si risolve questo problema, anche i dirigenti andrebbero a casa prima e ci sarebbe un ricambio più veloce…”.