(Gian Luca Pasini per iVolleymagazine.it) Soprannome ufficiale il Nano, ma uno dei nomignoli che lo hanno seguito sui campi di volley c’era anche Nasty. “Tignoso”, per quel non mollare mai, anche a dispetto dei centimetri. Forse proprio per questo alla vigilia dell’Europeo 1989, Julio Velasco lo convocò nella sua prima Italia. Un giocatore che per fisico era stato “scartato” da altri. E invece in quell’Europeo dell’89 e poi ancora nel Mondiale Anastasi è stato una bandiera. Uno di quelli che nei famosi allenamenti della Generazione dei Fenomeni, in cui si dava tutto per vincere un 6 contro 6. A qualsiasi costo.
Con questa grinta il Nano (nome che gli era stato dato ai tempi di Modena e diventato un marchio di fabbrica) ha costruito una lunghissima carriera azzurra, prima come giocatore e poi come ct. E’ stato il primo “fenomeno” a dirottarsi direttamente sulla panchina, quando ancora stava giocando. E quindi è riuscito nell’impresa di vincere l’Europeo sia come giocatore, poi ct. Gli esordi come allenatore addirittura fecero sognare una nuova età dell’oro. Vittoria in World League nel 1999, ancora all’Europeo e poi nuovo oro in World League nel 2000 a Rotterdam.
Poi la sua storia è girata in due partite: all’Olimpiade di Sydney (la semifinale) e ancora nei quarti di finale del Mondiale argentino del 2002. Ricordi, rimpianti, infortuni che hanno allontanato la possibilità di colmare l’inseguimento all’oro olimpico, che il mantovano ha cercato di raggiungere anche a Pechino nel 2008, fermato in semifinale per poi finire quarto. Nel 2010 sempre sulla panchina tricolore ha vissuto l’avventura del Mondiale casalingo, chiudendo ancora una volta quarto. Ma le soddisfazioni di questo personaggio, che tra campo e panchina ha portato i colori azzurri oltre 500 volte, sono state tante anche alla guida di altre nazionali con il clamoroso successo europeo con la Spagna a Mosca 2007 e con la Polonia in World League a >Sofia nel 2012.
Ma il Nano, ancora oggi, resta una parte importante della storia della pallavolo d’Italia anche se questa sera dopo la vittoria sulla Argentina nell’esordio fiorentino, lo farà da avversario.