(James Taboo per iVolleymagazine.it) Sono passati 40 anni meno 3 giorni, ma le sensazioni e le emozioni che chi ama la pallavolo ha vissuto per la prima volta in quelle magiche giornate romane non si possono dimenticare e le nuove generazioni che non hanno vissuto la pallavolo di allora e forse neanche quella dei fenomeni, è bene che capiscano concretamente cosa sono le grande imprese, magari rivedendo queste immagini nate su un “super 8” e modernizzate per farle vedere su pc e cellulari.
Questa sera alle 21.15 l’Italia di Chicco Blengini scende in campo per rendere realtà la missione impossibile di battere la Polonia campione uscente per 3-0 lasciandole la pochezza di 60 punti. Inutile negarlo per riuscirci serve la partita perfetta, quella in cui hai il coraggio di aggredire l’avversario, di non lasciarlo pensare, in cui te ne infischi delle provocazioni di Kubiak ed Heynen, in cui pensi solo a “normalizzare” il nuovo talento Szalpuk e far ricordare a Kurek che quando è venuto in Italia ha capito cosa significa “beccarsi” muri su muri. Serve l’Italia che a Rio cominciò il suo cammino d’argento ridicolizzando la Francia di Ngapeth e Grebennikov travolgendola 3-0 (25-20 25-20 25-15) e se fate i conti lasciandole solo 55 punti.
La nostra storia è piena di trionfi strameritati, ma nasconde anche imprese che hanno avuto del miracoloso, perché come disse il vecchio grande maestro Carmelo Pittera in quei fantastici giorni di Roma 1978 alla vigilia della semifinale: “la pallavolo è matematica e, per battere Cuba, due più due dovrebbe fare cinque!“. Una frase che fu smentita dai fatti, perché la pallavolo è coraggio e voglia di arrivare in cui andando contro le leggi della matematica due più due può fare ancora cinque.