Per la terza volta nella sua storia la Polonia (dopo 1974 e il 2014) è campione del Mondo, trascinata da una serata di grande vena del suo terzetto di attaccanti di banda (Kurek, Kubiak e Szalpuk) la squadra del belga Vital Heynen ha battuto con un netto 3-0, il Brasile di Bruno e Wallace.
Successo davvero strameritato, quello conquistato dai biancorossi sostenuti da molti dei loro connazionali, che insieme al gioioso pubblico del grande volley, hanno contribuito a rendere ancora più bella la serata finale di un campionato del mondo che resterà nella memoria di tutte quelle centinaia di migliaia di tifosi che hanno affollato gli impianti di mezza Italia.
La Polonia, squadra figlia di una scuola tra le più importanti del volley moderno e di un movimento di grandissimo spessore, non era certamente la maggiore candidata al titolo, nonostante fosse la nazionale campione uscente, ma sul campo ha meritato di confermarsi con una grande prima fase, con la capacità di superare un momento difficile nella seconda e con un crescente bellissimo finale qui a Torino. Kurek tornato ai livelli stratosferici d’inizio carriera, con i suoi attacchi da posto due ha tracciato la strada che ha permesso ai vecchi e nuovi campioni del mondo di affrontare e battere 3-0 la Serbia; di eliminare l’Italia squadra di casa; di far fuori in una stupenda semifinale gli Stati uniti prima della gara perfetta in finale. Il tutto in soli quattro giorni.
Per far capire lo strapotere dei biancorossi basta sottolineare quel che è accaduto in campo. Con un primo set spettacolare ed interminabile vinto 28-26, con un secondo condotto in porto per 25-20 e il terzo dominato sin quasi alla fine, poi vinto di misura dopo aver spento l’ultima fiammata di orgoglio dei verdeoro brasiliani..
Il Brasile (seconda finale consecutiva perduta come se dopo aver vinto tre titoli ci fosse un maleficio che gli impedisse di vincere il quarto) era arrivato in finale tra lo stupore di molti. La grinta e l’esperienza ha permesso alla squadra di Dal Zotto di superare alcuni problemi di organico e di trovare ritmo e gioco sino all’atto finale. Ma la Polonia di questi giorni e di questa sera è apparsa davvero imbattibile.
La finale che è stato il giusto coronamento di grande Mondiale è stata arbitrata in maniera impeccabile da Fabrizio Pasquali, per lui l’ultima grande soddisfazione di una carriera ricca di prestigio, che si è conclusa con il fischio finale del trionfo della Polonia
POLONIA-BRASILE 3-0 (28-26 25-20 25-23)
POLONIA: Drzyga 3, Kubiak 12, Nowakowski 3, Kurek 24, Szalpuk 10, Bieniek 2. Zatorski (L), Schulz ne, Kochanowski 3, Lomacz, Konarski, Wojtaszek (L), Sliwka ne, Kwolek ne . All. Heynen.
BRASILE: Mauricio Souza 1, Bruno 1, Douglas 11, Lucas 6, Wallace 14, Lipe 6, Thales (L), Maique (L), William, Evandro 7, Isac 3, Eder, Lucas Loh, Kadu ne. All. Dal Zotto.
Arbitri: Pasquali (Ita) e Casamiquiela (Arg)
Spettatori: 12011 Incasso 486137 euro
Durata set: 35, 29, 33.