(fonte www.volleybergamo.it) A Bergamo La cabina di regia è territorio esclusivo di Giulia Carraro in questa fase precampionato che tiene lontana Carlotta Cambi. Aspettando che la regista azzurra arrivi a vestire la maglia della Zanetti Bergamo, è Carraro a orchestrare l’attacco rossoblù. Per questo Giulia è la persona più adatta a raccontare quale clima che si respira in gruppo. Perché è dalle mani della palleggiatrice che passano tutte le sensazioni della squadra…
“Sono molto contenta perché stiamo lavorando bene, c’è un bel clima in palestra e si vede che tutte hanno voglia di lavorare e di spingere: ci siamo unite da subito e questo ha portato a divertirsi in palestra. E quando ci si diverte le cose vengono meglio”.
E attorno alla squadra, qual è l’atmosfera?
“Si sente la voglia di tornare, di fare bene, di assistere alla rinascita”.
Conoscevi già bene Bertini. Ci spieghi la sua filosofia di gioco? Che cosa chiede in particolare a una palleggiatrice?
“A lui piace molto giocare veloce. Anche quando la palla non è perfetta. Le attaccanti non erano abituate, ma ho visto che si sono subito adattate a questo gioco e sembra che piaccia anche a loro.
La sua palleggiatrice deve imparare ad essere veloce nell’arrivare sotto la palla e precisa: se giochi una palla veloce, gli attaccanti si affidano a te, perché se non è precisa non riescono ad attaccare”.
Quanto tempo c’è voluto per trovare l’affinità con le nuove compagne?
“Se devo essere sincera non molto e credevo sarebbe andata diversamente. Perché se un attaccante non è abituato a questo gioco è difficile trovare la palla giusta per ciascuna. Ovviamente c’è ancora da lavorare, però da subito siamo riuscire a giocare come vuole Bertini”.
Quale tipo di palla vuole ognuna delle tue compagne?
“Acosta, essendo un’attaccante che prende la palla molto in alto, ha bisogno di una veloce ma alta e da lassù può fare quello che vuole…
Mingardi ha bisogno di una palla super veloce e poi pensa lei a spaccare… Loda è una via di mezzo, ma è anche lei una che tira.
Olivotto vuole una palla veloce ma un po’ più morbida, perché la prende alta e poi decide come giocarla, invece Tapp chiede una super veloce. Mentre Strunjak è una via di mezzo tra le altre due centrali, ma ha una fast molto veloce.
Per Smarzek serve una palla veloce ma alta perché lei la prende alta e poi spacca…”
Dalla tua prima esperienza a Bergamo a oggi, che cosa è cambiato?
“La mia prima volta qui è stata nel Settore Giovanile, quindi in un ambiente diverso. Per me è un ritorno, ma è tutto nuovo. Il clima è familiare, si lavora bene ma non posso fare paragoni a quando ero in B1 o agli allenamenti fatti con la serie A. Ero una bambina, avevo paura di tutto. Mi ricordo che venivo, facevo la mia parte e finiva lì. Questa è un’altra vita. Qui si respira la pallavolo”.
Dove si può arrivare?
“Ci possiamo togliere molte soddisfazioni. Siamo un gruppo giovane che ha molta voglia di fare bene: se continuiamo a lavorare così, possiamo crescere molto”.
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