(Carlo Lisi per iVolleymagazine.it) Sara Anzanello ci ha lasciato. Parole difficili da scrivere per una campionessa che abbiamo conosciuto da ragazzina, a cui il destino ha regalato grandi gioie e grandi dolori. Sorte maligna che ce l’ha tolta pochi giorni dopo il Campionato del Mondo, quella manifestazione che era stata l’apice di una carriera di primissimo livello (ha vestito 278 maglie azzurre), interrotta brutalmente più di cinque anni fa quando improvvisamente mentre giocava in Azerbaigian, una intossicazione da medicinali le aveva devastato il fegato e tenuta a lungo tra la vita e la morte, prima del trapianto dell’organo
Sara era una donna forte, una vera donna del nord-est gente abituata a lottare. Si era ripresa, era persino tornata a giocare seppur a livello minore, con la maglia che aveva più cara quella dell’Agil Novara con cui aveva giocato gran parte della sua carriera. Con la forza di volontà aveva ricominciato la sua vita, che non poteva essere lontana dal volley tornando con un ruolo dirigenziale al Club Italia, dalla squadra federale dove la sua carriera di giocatrice di alto livello aveva preso il via.
Lunghissimo il suo curriculum davvero di prestigio: l’oro Mondiale, due trionfi in World Cup, l’argento negli Europei 2005, cinque medaglia al Grand Prix. Senza dimenticare il titolo Europeo Under 19. A livello di club aveva alzato tre volte la Coppa Italia e tre coppe continentali.
Noi la vogliamo ricordare con le sue stesse parole, parole affidate nel marzo scorso al più popolare dei social, in cui Sara ci aveva detto e fatto capire tante cose:
“5 anni da quando è cambiata la mia vita. Un fulmine a ciel sereno, un frontale con un camion… dopo giorni di letargo ci avrei messo ancora del tempo per risvegliarmi ed affrontare la realtà. Realtà alla quale non ero pronta, una realtà dura che ha cambiato i miei obiettivi, mi ha obbligata a lasciare il campo di serie A, mi ha dato dei limiti che non avevo mai avuto, una realtà che mi fa vivere grazie a delle medicine.
Ma in questi 5 anni, piano piano, ho riscoperto la natura, la gioia di un manto bianco in montagna, una camminata tra i boschi, la mia famiglia… non tutto il male viene per nuocere, se lo si affronta con il sorriso e lo si accetta per quello che è.
Accetta ció che non puoi cambiare e cambia ció che è nelle tue mani. Sorridi, sorridi, sorridi. Ogni tanto piangi, perché gli ostacoli ci sono e alle volte sembrano enormi, ma non mollare mai… finché c’è vita.
Rispetta la vita, sempre. Il nostro tempo su questa terra finirà e vale la pena approfittarne nel miglior modo possibile, ossia facendo ciò che ci rende felici.
Io sono stata sempre molto fortunata, anche ora. Ho avuto una bella carriera, un male mi ha travolto ma sono qui a raccontarlo (thanks my angel and thanks Niguarda), ho la mia famiglia vicina, una persona speciale che adoro, amici a cui voglio bene e del tempo per vivere…
Il tempo non si può comprare, una volta che è passato non torna piu ed io lo sto imparando piano piano… ho iniziato a rendermene conto 5 anni fa”.
Ciao Sara riposa in pace.