(Giorgio Marota per iVolleymagazine.it) Il sorriso di Anna Danesi brilla come la medaglia d’argento conquistata dall’Italia al Mondiale di volley in Giappone. Splende di un colore vivo e autentico, richiamando metaforicamente quelle emozioni che la squadra di Mazzanti ha saputo regalare a un intero Paese. La centrale della nazionale – probabilmente la migliore del Mondiale anche senza riconoscimento ufficiale della FIVB – ha appena incontrato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella insieme alle altre azzurre. “È stato incredibile – ha raccontato di ritorno a Conegliano – Solo in questi giorni ci stiamo rendendo conto della passione che abbiamo scatenato. Noi siamo arrivate seconde e di solito incontra il Presidente chi vince la medaglia d’oro. Ci ha detto che lui è stato un nostro grande tifoso e chi gli piacerebbe che l’Italia avesse il volto giovane e vincente che abbiamo avuto noi. Siamo arrivate al cuore degli italiani e questa è l’emozione più bella”. Un volto di tanti colori. Perché questa Italia ha davvero unito tutti sotto la stessa bandiera, come soltanto lo sport sa fare.
Anna Danesi non se l’aspettava: “Abbiamo lavorato tanto e vincere il Mondiale è sempre un sogno. Non pensavamo di arrivare così vicine al realizzarlo, almeno non ora. Ci resta l’amaro in bocca, ma siamo felici lo stesso”. Le hanno chiamate “Le Ragazze Terribili”. “L’espressione mi piace – ha ammesso ai microfoni della FIPAV Roma –rende l’idea della fame che abbiamo avuto e dell’entusiasmo con cui scendevamo in campo. Forse siamo state “terribili” proprio perché nessuno credeva fossimo così forti”. La centrale campione d’Italia con l’Imoco Volley Conegliano è cresciuta a Orago, poi ha vinto lo scudetto U18 nel Volleyrò Casal de’ Pazzi (“Nella pallavolo romana mi sono formata e sono cresciuta tecnicamente anche grazie al lavoro di Luca Cristofani”) insieme a Carlotta Cambi prima di maturare definitivamente nel Club Italia. Di strada ne ha fatta la ragazza bresciana classe ’96. Si sente normale, come tante sue coetanee. Di fatto lo è: frequenta l’università (tra 5 esami si laureerà in Scienze Motorie) e a una serata in discoteca preferisce un’uscita tranquilla con le amiche. Addosso, però, ha la responsabilità di essere una colonna portante di questa Nazionale. Sa bene che da domani le azzurre non saranno più una sorpresa: “Ora è importante che noi giocatrici dimentichiamo quello che abbiamo fatto, per ripartire da capo e avere le stesse motivazioni che ci hanno accompagnato in Giappone. Gli altri no, devono godersela a lungo questa medaglia. Su di noi ci saranno più riflettori e dovremo essere ancora più forti”. E se una bambina le chiedesse un consiglio per diventare brava come lei? Anna non ha dubbi: “Le direi di divertirsi e di credere nei sogni. E le direi anche di non credere a tutte quelle storie sui centrali perché sono molto più intelligenti di come li descrivono (ride ndr)”.