Il centrale romano della Globo Banca Popolare del Frusinate Sora, cresciuto nel Club Italia, ha parlato delle sue aspirazioni, della sua storia e sottolineato come il movimento della pallavolo italiana secondo lui ha ancora tanti giocatori di talento, ma che hanno bisogno di fiducia per crescere
(Giorgio Marota per iVolleymagazine.it) C’è una sfumatura d’azzurro nei sogni di Gabriele Di Martino. Il centrale romano della Globo Banca Popolare del Frusinate Sora ce lo ha confessato: “Io sono cresciuto nel Club Italia e indossare nuovamente la maglia della Nazionale sarebbe fantastico. Per me è un obiettivo concreto”. Questo ragazzo di 21 anni, alto 2 metri, è uno dei migliori talenti in circolazione. Lo è diventato anche e soprattutto grazie al lavoro triennale nel club della Federazione. “Una palestra di vita – ha aggiunto – che ti fa diventare uomo e al tempo stesso giocatore. Non è vero che dopo Zaytsev e Juantorena l’Italia non ha futuro. Loro sono dei campioni straordinari, ma io vedo tanti ragazzi di talento in Superlega e in A2. Bisognerebbe soltanto dare loro più fiducia e investire nei settori giovanili. Solo così il movimento cresce”.
È diventato grande in fretta il centrale scuola MRoma Volley. Ragiona già da leader e con personalità, nonostante sia “solo” un classe ’97. Forse perché la vita gli ha già messo davanti una montagna da scalare e lui ha dimostrato di avere il carattere per non mollare mai. La scorsa stagione il nome di Gabriele era su tutti i giornali per l’assurda disputa sul suo cartellino tra la Roma 12 (società di provenienza dove però ha giocato 2 giorni in 4 anni) e la sua famiglia. Il clamore della vicenda ha visto scendere in campo anche i vertici federali e del CONI. Per fortuna neppure la burocrazia ha tarpato le ali al nostro pallavolista: “Quello è il passato e ne ho sofferto molto perché non sapevo se e quando sarei potuto tornare a giocare. Non ci voglio pensare più, ora mi godo il presente”.
Tra il volley e l’università (“sogno un futuro nel marketing e nel management sportivo”) quella di Di Martino è una storia che continua nel segno di Mario Barbiero, tecnico che oltre ad averlo allenato nel Club Italia e nelle nazionali giovanili – e con cui ha vinto l’argento agli Europei U19 – lo ha voluto fortemente a Sora. L’ottima stagione a Piacenza ha consacrato le sue qualità, ora non vuole fermarsi più: “Se sono qui è anche e soprattutto perché a una chiamata di Barbiero non potevo dire no. Per me è molto più di un allenatore, è un padre nella pallavolo. Oltre al coach qui in Ciociaria ho trovato un gruppo di ragazzi giovani, forti e ambiziosi. Vogliamo sorprendere e divertirci”. Fin qui 53 punti totali, 15 muri e 6 ace in 9 giornate di campionato. Ed è solo l’inizio…