Due bellissime partite, ma perdute al quinto set, contro Perugia e Civitanova fanno dire a tutti gli addetti ai lavori: attenti alla Calzedonia. E’ come se l’arrivo di Matey Kaziyski avesse tolto un peso dallo stomaco di Nikola Grbic ed i suoi ragazzi. Il potenziale scaligero era ben conosciuto, ma adesso si è passati dalla teoria al campo. Anche se per ora non ancora completamente. Così come era accaduto a Perugia sette giorni prima, il sestetto gialloblù pur non giocando un match impeccabile ha condotto il gioco e il punteggio sino alla fine del terzo set, spaventando due delle prime della classe, quelle che alla vigilia della SuperLega quasi tutti ritenevano destinate a spartirsi il bottino dei grandi trofei.
Verona dopo aver superato le sue grandi problematiche anche fisiche, ha cominciato a mostrare un gioco di buonissima fattura: arcigno a muro dove nessuno poteva mettere in dubbio la qualità di Solè e dell’immortale Birarelli; molto incisivo al servizio e in attacco con l’imprendibile Boyer, l’iraniano Manavi e il ritorno del bulgaro, Il tutto supportato dal lavoro in seconda linea di De Pandis e dalla regia di Spirito. Verona oggi è una vera mina che vaga per il mare del massimo campionato italiano, che può far colare a picco qualsiasi nave ci finisca sopra. Tutte le corazzate di SuperLega lo devono tenere presente.
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