Arrivano conferme anche dai media russi: l’allenatore della nazionale il finlandese Tuomas Sammelvuo nel prossimo futuro dirigerà ufficialmente lo Zenit di San Pietroburgo, per farlo il tecnico romperà il contratto con il Kemerovo che ha portato al titolo nazionale. Ma le notizi nuove riguardano il perché il finnico lascia la panchina. Il suo passaggio farebbe parte del piano della All-Russian Volleyball Federation (VEF) per creare il club base della squadra nazionale russa (in pratica un facsimile del Club Italia soltanto con giocatori di livello assoluto) con potenti risorse finanziarie e amministrative in vista del Mondiale che organizzerà in casa nel 2022. Una iniziativa del genere è già stata fatta ed è in vigore per l’hockey russo.
Negli ambienti della pallavolo russa affermano apertamente che l’apparizione dello Zenit di San Pietroburgo nel 2017 è “merito” di Nikolay Patrushev, che ha convinto il management di Gazprom a supportare il progetto. L’agenzia Volley Service, che è vicina alla federazione (uno dei suoi fondatori all’epoca era l’attuale segretario generale della VVF Alexander Yaremenko) organizzò una squadra che riuscì ad essere subito competitiva arrivando in Super League. Lo Zenit San Pietroburgo in questi mesi ha agito senza remore sul mercato interno, andando direttamente sui giocatori, promettendo ingaggi favolosi in questa maniera ha ingaggiato i due promettenti centrali Ivan Yakovlev, che giocava nel Fakel, ed Igor Filippov dell’Ural, oltre al regista Roman Poroshin (ex-Belgorod Belogorye). A quanto riporta “BUSINESS Online”, la clud di San Pietroburgo durante l’ultima stagione è andato a cercare di convincere al trasferimento anche alcuni leader della nazionale come Maxim Mikhailov, Dmitry Volkov e Yegor Klyuk. Tuttavia, il denaro non risolve tutto e un “no” categorico da parte del giocatore è in grado di fermare i negoziati. Per Volkov e Kliuka è importante giocare con il Fakel in Champions League, e Mikhailov ha ormai fatto di Kazan la sua nuova casa.