I più attenti se ne erano resi conto sin dall’inizio, ma a meno di due giorni dall’ultima gara della prima fase dell’Europeo femminile 2019, ormai chi si è messo a fare i conti sul futuro delle sfide della rassegna continentale ha già avuto l’incredibile sorpresa. Quale sorpresa? Non è facile spiegare le cose, ma seguiteci con attenzione. Quando si è deciso di fare un Europeo a 24 squadre in 4 paesi diversi, non ci si è resi conto che attraverso le formule tradizionali non ci poteva essere garanzia che tutti gli organizzatori avrebbero potuto giocare in casa il loro eventuale (tutti si devono qualificare prima…) match degli ottavi. Si è proceduto a diffondere una tabella di accoppiamenti in cui le quattro pool venivano in pratica accoppiate due a due, A con D e B con C. Con il tabellone che prevedeva A1 contro C2, A2 contro C3 e via dicendo. Poi evidentemente ci si è accorti che questa logica non garantiva a tutti gli organizzatori di giocare in casa, si è pensato di risolvere il problema ammettendo delle eccezioni: se due nazionali che ospitano le pool si devano affrontare la meglio classificata viene avvantaggiata non giocando contro l’altra squadra ospitante, ma con quella che la segue in classifica. Insomma ora con la probabile ipotesi che la Slovacchia finisca terza, noi a Marco Fenoglio auguriamo di battere la Russia, l’Italia sia che vince o che perde con la Polonia sempre il viaggio a Bratislava dovrà sobbarcarsi… Per poi tornare in caso di vittoria a Lodz per giocare il suo quarto di finale.
Per ora non ci addentriamo su altre ipotesi, o altre problematiche riguardanti gli accoppiamenti dei quarti di finale, che in base a quanto riporta in maniera non esaustiva il sito della Confederazione Europea lasciano aperti diversi dubbi…