#Pallavolo EuroVolleyW2019 – Giulio Bregoli ci racconta la Slovacchia e la sua vita in azzurro

Italia-Slovacchia vale più di un ottavo di finale, vale la possibilità di entrare nei quarti che significa un posto nell’elite continentale e cominciare a dare l’assalto a quelle posizioni che una squadra che soltanto 10 mesi fa è salita sul secondo gradino del podio Mondiale e che schiera alcune delle migliori giocatrici a livello assoluto del momento.
Preparare bene una gara è fondamentale. Da questo punto di vista Mazzanti ha uno staff di primo piano in cui ha un ruolo importantissimo Giulio Bregoli, bolognese di 45 anni, un personaggio poco ciarliero, ma gran lavoratore, che dopo una lunga gavetta ha trovato in Francia il terreno fertile per far emergere la sua bravura, prima di entrare nello staff azzurro.
Giulio dopo averla studiata con attenzione che squadra è?
“La Slovacchia è una squadra che ha fatto bene in questo Europeo, anche se contro la Russia ha mostrato tutti i suoi limiti. Le sue atlete servono molto bene, sono molto aggressive ed in attacco, pur non avendo grandissime altezze di colpo, lavorano bene sulle scelte. La mano di Marco Fenoglio si vede in questo”.
A livello individuale da chi si dovranno guardare Chirichella e compagne?
“Diverse giocatrici slovacche giocano nel campionato francese dove io ho lavorato parecchio e che conosco bene. La più pericolosa è la Radosova un posto 4 che rientra da un infortunio, ma sta rendendo benissimo. Mi piace il libero Spankova e poi due giocatrici che conosco bene che sono Herelova e Palgustova, quest’ultima l’opposta della squadre che giocavano a Nancy la scorsa stagione. Ma il punto di riferimento è la Radosova”.
Che Italia dovremo vedere per tornare a Lodz?
“Noi se saremo ordinate nel muro-difesa, i centimetri di differenza che abbiamo a nostro favore li potremo far valere in maniera pesante. E poi, se come credo loro imposteranno la partita battendo subito fortissimo, dovremo essere capaci di mantenere calma e serenità per gestire questa situazione”.
Parliamo un momento di lei: come sta vivendo questa esperienza con la nazionale?
“Adesso con entusiasmo. In questa estate abbiamo centrato la qualificazione ai Giochi Olimpici ed ora stiamo vivendo questa avventura dell’Europeo. Qui abbiamo voglia di riscatto, visto che il primo che abbiamo fatto con Davide Mazzanti nel 2017 non fu straordinario. Io ho la voglia di cancellare quel ricordo”.
A livello personale?
“Direi che l’unico aspetto negativo un po’ pesante della cosa è stare lontano da casa 3 mesi. Non è facile quando si hanno anche dei bambini piccoli. Quest’anno si aggiunge anche Chieri (dove andrà ad allenare in campionato ndr) sinora ero sempre tornato e rientrato a casa. E’ una nuova esperienza che spero di riuscire a gestire bene”.
Tanti mesi passati lontano da casa, tanto tempo in cui è costretto a vivere in contatto con Simone Bendandi, con cui divide la stanza…
“Lui ha tanti difetti… scherzo naturalmente. Noi diciamo sempre che abbiamo orari complementari. Io mi alzo presto e vado fuori, quando rientro lui è già uscito quindi è vero che conviviamo, ma ci si vede la sera per la buona notte e il mattino per il buongiorno”. Conclude la nostra chiacchierata sorridendo Giulio Bregoli.