Mancano soltanto cinque giorni all’inizio dell’Europeo maschile e Earwin Ngapeth, il simbolo del volley transalpino ha rilasciato a lefigaro.fr, una breve intervista decisamente polemica dal titolo molto “forte”: “Sono conosciuto perché ho fatto delle cazzate”.
Intervista in cui “Monsieur Magique” nel sottolineare la mancanza di seguito mediatico per la pallavolo in Francia, critica la sua Federazione e anche sé stesso.
“Alla pallavolo francese l’aver organizzato l’Europeo in casa può portare nuova popolarità soltanto se riusciamo ad arrivare sul podio. – ha dichiarato il martello che ha fatto impazzire con le sue giocate il PalaPanini – Ed è indispensabile. Ancora di più per noi giocatori. A Montpellier, per il primo turno dell’Euro, è possibile che non ci sia nessuno nel Palazzo. Se falliremo nel round 16 (ottavi ndr), questo Europeo non sarà servito a nulla. Sappiamo fin dall’inizio che tutto passa attraverso i risultati, quindi da una presenza a Bercy per le finali. Ma nello sport i risultati non sono assicurati, e ovviamente possiamo perdere prima …”
Come gestire improvvisamente questa enorme pressione?
Poi parlando delle ultime grandi manifestazioni in cui la Francia ha sempre fallito l’appuntamento con i risultati (a Rio 2016 eliminata nella pool, all’Europeo 2017 soltanto il 9 posto, al Mondiale 2018 il settimo) Earvin ha detto: “Abbiamo avuto sempre una grande pressione, perché dovevamo vincere per far parlare di pallavolo. Oggi vogliamo ritrovare il piacere di giocare, togliendo la pressione di dover vincere assolutamente. Perché negli scorsi non c’era solo pressione, ma l’obbligo di fare risultato. In questo europeo, abbiamo il diritto di non vincere, considerando le avversità che abbiamo dovuto superare. L’obbligo di risultato, esisterà in un angolo delle nostre teste, ma non deve condizionarci”
Ngapeth critica anche il fatto che nelle squadre transalpine ci siano troppi giocatori stranieri e che i giovani francesi per giocare devono scegliere altri campionati: “Si può vedere una finale di Coupe de France senza un solo giocatore francese in campo. In Italia ci sono due stranieri per squadra (in questo Earvin si ricorda male ndr) e il resto deve essere italiano. In Polonia, in Turchia, in Russia, è lo stesso … Questo influisce sul pubblico, e anche sugli sponsor che preferiranno investire dove ci sono giovani francesi che possono crescere. Non investiranno denaro per vedere giocatori stranieri, a volte meno forti dei giocatori francesi, ma con il vantaggio di essere meno costosi. Il pubblico non vuole vederlo. I giovani francesi vanno all’estero perché non sono protetti qui. Questo gioca molto sull’interesse dei tifosi… e spiega perché a Montpellier non ci sarà tanto pubblico: non ci conoscono”. Poi ha aggiunto parlando della sua popolarità: “Sono conosciuto perché ho fatto delle cazzate. Ecco perché il mio nome viene per primo, forse è sfortuna oppure è colpa mia ma è così. Le persone non parlano di me per quello che posso fare sul campo. Per quanto riguarda la squadra francese e la pallavolo, veniamo seguiti in estate con le grandi competizioni e poi dopo, spariamo totalmente dai radar da ottobre a giugno”…