(Carlo Lisi per il Corriere dello Sport) E’ cominciata la nuova SuperLega. Modena ha vinto e si visto subito uno Zaytsev in grande spolvero. Schierato opposto al regista Christenson, il capitano gialloblù siglato 16 punti (62% in attacco) soprattutto si è presentato con un eccellente 70% in ricezione (50% perfette). Quel che era stato provato nel breve pre-campionato è stato messo in pratica all’esordio: Ivan gioca sulla diagonale, ma riceve un gran numero di palloni. Chi aveva dei dubbi sulla possibile convivenza tra il bomber nostrano e il campione Matt Anderson è stato smentito dai fatti e tecnicamente dalle parole di Andrea Giani nel post gara: “Siamo una squadra che deve sfruttare le capacità dei giocatori: Ivan secondo me è uno dei migliori ricettori che ci sono in Italia, ma questo lo pensavo già lo allenavo a Roma. Al tempo stesso lui è un grande attaccante da posto 2 e da posto 1: quindi continua a fare l’opposto però gli diamo più responsabilità sulla ricezione. Matt (Anderson ndr) è un grande attaccante da posto 4 per cui riceve e attacca da quella posizione e togliamo sempre il ricettore di seconda linea in maniera che liberiamo la pipe”. Discorso semplice e logico, che non fa una piega, ma che rilancia un dibattito che da anni accompagna da diverso tempo quello che riteniamo il miglior giocatore italiano dal 2010 ad oggi, sicuramente il più eclettico a livello tecnico, che ha già cambiato tre ruoli in carriera e che è il più degno erede proprio del suo attuale allenatore, che è stato probabilmente il più poliedrico talento della pallavolo italiana moderna.
Sul ruolo di Ivan ci sarebbe da scrivere un libro intero, perché un po’ per il suo eccezionale talento, un po’ per le sue idee personali ha vissuto una carriera variegata, che forse oggi con il Giangio può aver trovato la sua strada migliore, ma non ci sbilanciamo a dire definitiva.
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Zaytsev ha esordito in A1 a 16 anni a Perugia giocando in palleggio (del resto con quel nome non poteva essere altrimenti visto che papà Vietcheslav è stato uno dei più grandi di sempre nel ruolo). Nel 2008, dopo aver vinto un tricolore assoluto anche nel beach volley, nella MRoma incrocia per la prima volta Andrea Giani, che lo fa giocare in posto 4. Da martello lo Zar è una rivelazione, strappa in extremis ad Anastasi la convocazione azzurra per il Mondiale 2010, fa le fortune dell’Italia targata Berruto vincendo argento europeo e bronzo olimpico. Nel 2013 si trasferisce a Civitanova dove vincerà il suo primo scudetto e cambia ancora ruolo ritorna opposto, una posizione che gli piace tanto, ma che non riveste in nazionale. Sulla diagonale in azzurro comincia a giocare nel 2014, dopo aver detto chiaro e tondo al ct, che lui ritiene quello il ruolo in cui si sente più a suo agio. Le cose non vanno bene all’Italia. Ivan nell’inverno saluta la SuperLega e si trasferisce a Mosca.
Quando ritorna in azzurro si apre un conflitto tra lui e Berruto che lo ripropone come schiacciatore. L’ estate 2015 è tempestosa. Al conflitto di idee con il ct si unisce un episodio extrasportivo che porta alla sua esclusione dalle finali di World League. Poi Berruto lascia la panchina a Blengini. Zaytsev, con l’attuale ct ritrova il suo amato posto 2, e trascina l’Italia alla finale per l’oro di Rio 2016. Ma l’alternanza di ruolo non è finita. Dopo i Giochi Ivan torna in SuperLega, con Perugia fa grandi cose da martello, vincendo SuperCoppa,
Coppa Italia e Scudetto. Nonostante queste vittorie, lo Zar rimane convinto che il suo vero ruolo è quello sulla diagonale del regista e e decide ancora di cambiare aria e andare a Modena. Dove quest’anno guidato da Giangio Giani potrebbe vivere una nuova grande avventura da campione eclettico, camaleontico. E magari scoprire di poter accontentare tutti sia come ricettore, che come bomber.
Foto Galbiati-Zanetti