E’ reduce da una stagione bella piena in azzurro, in cui ha assaporato la maglia della squadra di Blengini nella Volleyball Nations League ed ha vinto l’oro alle Universiadi, arrivato 12 mesi dopo quello ai Giochi del Mediterraneo. Giacomo Raffaelli grossetano di 24 anni si può dire che gran parte della sua esperienza se l’è fatta in nazionale facendo una lunga trafila a livello giovanile (bronzo al Mondiale U23 2015), vivendo per 3 anni al Club Italia. Con i club italiani non ha ancora trovato una dimensione definitiva eppure le sue qualità e la sua grinta sono state utilissime a Ravenna per vincere la Challenge Cup nel 2018.
Ma Giacomo è un martello italiano e trovare spazio nei nostri club (anche di secondo livello) non è facile per chi deve giocare per fare il definitivo salto di qualità. E non per carenze tecniche…
Oggi Raffaelli gioca nella Ligue A in Francia a Poitiers e si sta facendo valere, anche se ha dovuto saltare il primo mese di stagione per un intervento e la squadra soltanto con l’arrivo del regista hawaiano Ma’a ha trovato il suo assetto definitivo: “In Italia, non abbiamo la mentalità di andare a giocare all’estero. Va detto che il campionato italiano è uno dei migliori al mondo, ma pochi italiani possono crescere perché il livello è molto elevato. Io sono stato fortunato perché a Ravenna ho giocato tutto il campionato l’anno scorso. Il mio ex club ha deciso di puntare su attaccanti stranieri. Ho avuto proposte in Italia, ma per essere un cambio e partire dalla panchina, ma io ho voglia di crescere e per progredire devo stare in campo. L’ho detto al mio agente e c’è stata la possibilità di andare all’estero. La prima opzione che mi si è presentata era Poitiers: ho immediatamente accettato. Avevo chiesto informazioni sulla città e la passione dei fan. Questa è una delle roccaforti della pallavolo in Francia” – poi ha proseguito il martello toscano – “Poitiers è una città carina, piccola ma carina. Vado spesso al centro, al Blossac Park. Nella squadra c’è una buona atmosfera. A volte usciamo insieme per bere una birra tra compagni di squadra. Giochiamo con la stessa maglia e tutti vogliamo crescere. I tifosi sono fantastici. Il palazzo è sempre pieno, cosa che non succede spesso in Italia. Quando abbiamo perso in casa contro Montpellier e Tolosa, ma loro ci hanno sostenuto sino alla fine. E’ stata una cosa che mi ha fatto tanto piacere”.
Foto di Michele Benda