Continua la querelle PalaBarton. Anche oggi la Nazione edizione Umbria ha dedicato largo spazio ad una vicenda che riguarda direttamente una delle realtà più importanti del movimento del volley italiano, la Sir Safety Perugia. Appena il 31 ottobre è stato approvato il progetto di ristrutturazione per cui si è battuto a lungo il presidente Gino Sirci, che già si pensa a delle modifiche (che aumenterebbero i già notevoli costi pubblici dell’operazione) per venire incontro alle esigenze degli organizzatori di concerti musicali. Il collega Michele Nucci indica in un passaggio della delibera della Giunta Comunale la possibilità che il progetto possa mutare per altre esigenze: “le attività di pubblico spettacolo saranno comunque possibili pur in una configurazione diversa da quella attuale”. Il punto è proprio questo: secondo chi organizza i concerti questa configurazione “diversa da quella attuale” non consentirebbe di avere una capienza adeguata e quindi di fatto renderebbe impossibile organizzare quel tipo di concerti. Il motivo del contendere è la realizzazione degli spicchi sugli angoli tra curve e gradinate per portare la capienza a 5mila spettatori che costringerebbe il palco a occupare metà del campo in parquet con dimezzamento della capienza. Come riporta la Nazione Il sindaco Andrea Romizi insieme agli assessori Clara Pastorelli e Leonardo Varasano hanno fatto un sopralluogo ed hanno ipotizzato tre soluzioni: “La prima è quella di rivedere rispetto al progetto già approvato il disegno complessivo delle tribune, spicchi compresi. Un disegno che dovrebbe consentire di montare il palco più indietro possibile e di non «mangiarsi» quindi la metà del parterre. La seconda è quella di realizzare gli spicchi retrattili in modo tale che in caso di concerti, si possa montare una struttura idonea che non invada la metà del parquet. La terza soluzione potrebbe essere infine quella di alzare da terra la curva sud, ampliando la capienza in alto e consentendo quindi di recuperare spazio proprio nel parterre”… Soluzioni costose e che in attesa di essere decise rallenteranno la realizzazione dell’ampliamento.