Roberto Santilli dopo l’esonero intervistato Sara Kalisz per sport.tvp.pl ha cercato di contenersi. Chi lo conosce come noi, da quando ragazzo con grande grinta saltava e schiacciava, immagina bene come gli starà ribollendo il sangue nelle vene per un esonero che per alcuni versi ha dell’incredibile, se si si pensa che lo Jastrzębski Węgiel (da lui ereditato in marzo da Fefè De Giorgi e portato al terzo posto finale della Plusliga 2019) in 25 giorni ha giocato 8 gare vincendone 5 e nelle 3 perse ci sono quelle con lo Zaksa e con il Varsavia che svettano nell’attuale classifica: “Se mi ha spiegato il perché della separazione? Non credo che ci fosse nulla da spiegare. È il presidente del club e ha il diritto di licenziare l’allenatore. Comunque, non c’è niente da spiegare. Durante 25 giorni della stagione, abbiamo giocato otto partite, di cui ne abbiamo vinte cinque. Praticamente non eravamo nei primi sei. Non è necessario aggiungere nulla ad esso. È tutto chiaro”. Poi ha proseguito l’allenatore romano: “Ho avuto un incontro con Adam Gogol (il presidente ndr) nella scorsa settimana in cui mi ha detto che non mi comporto più come prima. – poi ha proseguito l’ex ct dell’Australia – “Cosa intendeva dire? Non lo so chiedetelo a lui. Sono stato sostituito con un allenatore che non ha mai guidato una squadra in PlusLiga da solo. Sono un tecnico che ha ottenuto buoni risultati con i team che ho guidato, li ho portati spesso alle medaglie. Sono stato mandato via dopo 25 giorni di campionato. Non sono arrabbiato… Purtroppo questo è il destino di chi lavora nella pallavolo. Accetto la decisione del presidente. Ora è tempo di vacanze, che mi sono perso quest’anno”