SittingVolley – Il capitano Ivo Parmiggiani parla della nuova Modena Volley

Da questa stagione Modena Volley ha tra le sue fila una squadra di sitting volley, Ivo Parmiggiani ne è capitano e colonna portante, con lui abbiamo fatto un punto della situazione sul presente e futuro gialloblù.
Come si stanno evolvendo le cose da quando è iniziata la partnership con Modena Volley?
“Avere alle spalle una società come Modena Volley significa essere tutelati quando ti muovi e cerchi di organizzare determinate cose. Giocare con la maglia della prima squadra è motivo d’orgoglio e di grande soddisfazione sia per me che per gli altri ragazzi. Questa partnership è stata fatta proprio per avvicinare le persone al sitting volley”.
Come sta andando il movimento del sitting volley in Italia?
“In Italia siamo partiti nel 2013 e nel 2015 nacque la Nazionale. Io sono partito a Villanova e c’erano tre società in tutta Italia, quest’anno invece abbiamo creato il campionato interregionale ed inizia ad esserci un ottimo livello. La nazionale femminile partecipa per intero e quasi tutta anche quella maschile. In Emilia-Romagna ci sono sei società, poi ce ne sono un paio nel Lazio, una in Lombardia, una realtà nuova a Livorno. Io sono partito a Parma e poi mi sono staccato creando la società Modena e tanti stanno facendo lo stesso. Il problema più grosso è trovare i disabili che vengano a giocare perché in Italia spesso sono ancora tenuti sotto ad una sorta di campana di vetro dalla famiglia”.
L’Italia come si colloca nel panorama europeo?
“Il movimento partì perché il paravolley Europa si accorse che mancava l’Italia e diede un aiuto per far partire il tutto. A livello maschile siamo ancora molto indietro, mentre la femminile ha già ottenuto successi importanti”.
Modena Sitting Volley, com’è stata la vostra stagione e cos’avete in programma?
“Abbiamo organizzato il campionato regionale a Sassuolo e siamo arrivati quarti. Abbiamo partecipato ad un torneo a Cattolica che abbiamo vinto, battendo i campioni regionali in carica. A breve comincerà il campionato interregionale mentre a fine maggio inizieranno i gironi per il campionato italiano. Quest’anno sarei contento se riuscissimo a partecipare anche con una squadra femminile”.
Da quanti componenti è composta la rosa?
“Al completo arriviamo a una quindicina di unità. Molti ragazzi giocano anche nella pallavolo indoor perciò non sempre sono presenti. Nella rosa ci sono tre disabili e cinque ragazze”.
L’uomo rimane un fattore tecnico importante?
“Sì, c’è molta tecnica perché non si salta. La divisione dei ruoli e i fondamentali sono gli stessi della pallavolo, anche se il gioco sotto rete è un po’ diverso. Nella nostra squadra il palleggiatore è mio figlio ed è stato lui la molla che mi ha spinto a tornare a giocare dopo un gravissimo incidente. Anche nel sitting, come nel volley, la battuta è un fattore determinante, c’è qualcuno che serve veramente forte, per questo è possibile fare muro. Questa è l’unica regola differente dal volley”.