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Pallavolo nei giorni del Coronavirus – Treviso: Roberto Pinarello e famiglia volontari nel pronto soccorso

(fonte www.fipavtreuno.net) Tra i tanti volontari che a Treviso stanno continuando anche in questa situazione di emergenza a prestare con coraggio il loro servizio, c’è anche Roberto Pinarello, ex ispettore superiore della polizia ferroviaria ora in pensione e allenatore di Volley Treviso e G.S. Olympo. Nel giro di pochi anni, da un semplice corso di primo soccorso, è arrivato in questi giorni a collaborare nel pronto soccorso di Treviso durante l’emergenza sanitaria dovuta al covid-19. “Tutto è iniziato cinque anni fa – racconta Roberto – quando con mia moglie Stefania e mia figlia Greta (tutti e tre allenatori di pallavolo, ndr) abbiamo fatto un corso con la Croce Verde. L’ambiente e il personale che abbiamo trovato ci sono piaciuti talmente tanto che abbiamo deciso tutti insieme di diventare volontari. Mia figlia Greta, che mai avrebbe immaginato un percorso del genere per il suo futuro, si è appassionata al punto di iscriversi a Infermieristica, che sta per concludere proprio quest’anno”.
Per Roberto i primi anni di volontariato coincidono con gli ultimi da ispettore della Polfer; a fine 2018, infatti, è andato in pensione: “Per la Croce Verde di Roncade mi occupo principalmente della gestione informatica e quando posso do una mano nel trasporto di anziani e infermi in ospedale per visite e terapie. Ovviamente il tempo dedicato al volontariato è sempre stato ‘scandito’ dagli impegni pallavolistici: allenando l’under 12 maschile di Volley Treviso e l’under 16-terza divisione femminile del G.S. Olympo di Quinto passo molto tempo in palestra. Anzi, passavo, visto che per l’emergenza coronavirus siamo fermi da oltre tre settimane”. Ma Roberto nel tempo libero ‘forzato’ non è rimasto con le mani in mano e ha dato maggiore disponibilità alla Croce Verde, anche visto il grande impegno richiesto in questo periodo: “Il trasporto dei pazienti ci viene richiesto in molti più casi adesso, perché rispetto ad altri servizi siamo attrezzati con tutti i dispositivi di protezione individuale necessari ad evitare il rischio di contagio. In più ci è stato chiesto di dare una mano nel pronto soccorso di Treviso, occupandoci della prima accoglienza dei pazienti. C’è bisogno dell’aiuto di tutti quindi ho accettato volentieri”. Cercando di tenere a bada la paura, che in questi casi è più che normale provare: “Sono ovviamente preoccupato, ma è giusto esserlo per fare attenzione ai propri comportamenti e per prevenire ulteriori problemi. Sono superficialità ed egoismo a dover essere bandite in questo momento difficile”. Un richiamo al buon senso e all’auto responsabilizzazione per il bene comune: “Le misure precauzionali vanno seguite e rispettate. Nei tre giorni in cui siamo tornati ad allenarci dopo il primo stop alle attività sportive ho visto quanto entusiasmo e voglia di giocare a pallavolo ci fosse nei miei atleti e atlete: per la maggior parte di loro dopo la scuola c’è il volley e posso capire quanto manchino loro allenamenti e gare. Non vediamo l’ora di tornare in palestra, ma per superare questo momento il più in fretta possibile e tornare alla normalità è fondamentale attenerci alle regole che ci sono state date”.

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