Pallavolo nei giorni del Coronavirus – Conclusa la quarantena del Sabaudia: “Tornare a giocare? Molto complicato”

«Nella giornata di ieri s’è concluso il periodo di quarantena per la società Sabaudia Pallavolo dopo il caso della positività riscontrata al coronavirus Covid-19 del nostro medico sociale Salvatore Schintu, al dirigente Vincenzo Schettino e a un altro dirigente, a cui rinnovo, anche pubblicamente a nome mio e della società, i migliori auguri di pronta guarigione». ha dichiarato Alessandro Pozzuoli, presidente della Sabaudia Pallavolo (A3).
“In questo periodo storico, con gli enormi problemi di carattere sia sanitario sia sociale che stiamo affrontando tutti, sembra quasi fuori luogo parlare di sport ma è anche necessario analizzare la situazione che si sta attraversando – riprende Pozzuoli – abbiamo visto come siano state addirittura posticipate le Olimpiadi giapponesi e, in maniera più vicina a noi, abbiamo assistito all’annullamento della Coppa del Mondo di canottaggio a Sabaudia, non sappiamo quando ne usciremo ed è impossibile fare previsioni a oggi almeno per quanto ci riguarda. Tornare a giocare? Molto complicato. Ripeto, credo sia la cosa meno importante in questo momento, ma essendo a capo di una società molto radicata sul territorio con oltre 50 anni di storia e che partecipa a un campionato prestigioso come la serie A3, devo anche ragionare in un’ottica sportiva. Mi confronto continuamente con il vice presidente Lino Capriglione e con il resto dei dirigenti ed è mio dovere morale spiegare che, in attesa di quelle che saranno le decisioni della Lega Pallavolo serie A in merito, noi torneremo a giocare a pallavolo solo se ci saranno le massime garanzie di sicurezza per tutti: per gli atleti, per lo staff, per i dirigenti e per tutto quello che ruota intorno a questo nostro splendido sport, senza dimenticare il pubblico, senza il quale lo spettacolo non ha valore e perde di tutto”.
Poi il presidente torna ad analizzare l’ultima partita giocata in casa a porte chiuse. «In quella circostanza il dottor Schintu aveva comunicato in forma scritta la sua perplessità, da medico, riguardo la possibilità di giocare quel match, tuttavia aveva adottato tutte le precauzioni necessarie anche consapevole del fatto che la sua professione di medico lo avrebbe potuto esporre a rischi in tal senso – spiega Pozzuoli – non eravamo dunque felici di giocare quella partita ma abbiamo rispettato le indicazioni della Lega e osservato tutte le precauzioni necessarie. Mi sento di dire che, come società con tre casi di positività, abbiamo pagato uno scotto pesante e vogliamo esprimere la nostra vicinanza a tutti i nostri concittadini che stanno vivendo momenti difficili, lo stesso abbiamo già manifestato direttamente ai giocatori, allo staff, ai dirigenti e a tutto il resto delle persone che collaborano con noi a vario titolo”.