Yuki Ishikawa è uno dei giocatori simbolo della pallavolo per le Olimpiadi di Tokyo, quelle Olimpiadi che ora sono state rimandate al 2021 a causa dell’emergenza Covid-19, l’ormai noto coronavirus. La sua stagione sportiva – così come quella di tutti i suoi compagni di squadra – si è “congelata” oltre un mese fa, ossia in occasione dell’ultima partita disputata dalla Kioene Padova il 21 febbraio a Vibo Valentia. Con la maglia bianconera lo schiacciatore ha collezionato 252 punti tra campionato di Superlega e Coppa Italia, ma ad oggi parlare di statistiche sportive sembra quasi fuori luogo. Raggiunto telefonicamente, racconta così questo periodo che rimarrà nella memoria di tutti.
Come stai vivendo questi giorni?
“Non è facile stare chiusi in casa, ovvio che mi manca giocare a pallavolo. Detto ciò, sono abbastanza tranquillo, nel senso che si stanno adottando tutte le misure necessarie per contenere questa epidemia. Per cui sono fiducioso”.
Cosa fai nel tempo libero?
“Eseguo quotidianamente gli esercizi che ci sono stati assegnati dallo staff tecnico. Poi faccio quello che stanno facendo molte persone in questo periodo: leggo, guardo dei film e sfrutto questo tempo per rimanere in contatto con un po’ di amici”.
Hanno deciso di rimandare le Olimpiadi di Tokyo di 1 anno. Secondo te è stata la scelta giusta?
“Non sono certamente io a dover dire se sia stata una scelta giusta o meno. Ovviamente, se hanno deciso così, sono state fatte tutte le considerazioni del caso. Immagino non sia stato semplice. Ora come ora è importante salvaguardare la salute, motivo per cui mi auguro che la scelta adottata sia quella più appropriata”.
Come sta affrontando il Giappone il problema del coronavirus?
“Sfruttando le opportunità di internet, mi sento spesso con la mia famiglia e i miei amici. Ovviamente all’inizio si erano preoccupati per quanto sta accadendo e mi chiedevano come stessi. Lì la situazione è simile a quella dell’Italia dato che le scuole sono chiuse e anche lo sport è al momento fermo, ma qui è esplosa in maniera più dirompente”.
Ti senti per telefono con i tuoi compagni di squadra della Kioene?
“Certamente, siamo sempre in contatto: sia per condividere il lavoro di allenamento, sia per fare semplicemente due chiacchiere”.
Cosa vuoi dire ai tifosi della Kioene e ai tanti tifosi del Giappone che ti seguono sui social network?
“Volevo rassicurare tutti e dire loro che sto bene. Arriverà il tempo di poter tornare alla vita di prima, ma ora è necessario seguire le indicazioni degli esperti e delle istituzioni. Lo si potrà fare “giocando di squadra”, tutti assieme, perché solo così il problema si potrà risolvere”.