Pallavolo nei giorni del Coronavirus – #campionidacasa Robertlandy Simon: il campione cubano che arriva a toccare quasi a 4 metri

Sei bravo a variare la battuta, in base a cosa decidi quale fare?
“Decido al momento, provo ad essere il più imprevedibile possibile per fare ace o destabilizzare gli avversari”

La vittoria più bella?
“Sicuramente la finale scudetto dell’anno scorso contro Perugia, giocare lì è davvero difficile e il tifo ti mette tanto sotto pressione”

Oltre a te chi è il centrale più forte del mondo?
“A me piace molto Lisinac, è veramente forte. Ce ne sono tanti altri ma il centrale non fa la differenza in una partita, siamo lì per aiutare la squadra”

La tua prima impressione all’Eurosuole Forum?
“C’è gente sana a cui piace la pallavolo. Il primo allenamento mi è piaciuto tanto”

Cosa mangi il giorno della partita?
“Abbiamo un menù scaramantico: pasta al pomodoro a pranzo, qualcuno in bianco e sempre il pollo”

L’attaccante più difficile da murare?
“Ce ne sono tanti, al centro tutti sono difficili da murare: devi prendere il tempo, tutti hanno un modo diverso di attaccare e devi adattarti a loro”

Quanto conta il gruppo nei risultati della squadra?
“Il nostro è uno sport di squadra, senza gruppo non si vince. Non basta essere un bravo giocatore, se non entri a far parte della “famiglia” non vinci”

Il tuo sestetto ideale?
“Scelgo Sokolov-Bruno; schiacciatori Juantorena e Leal; al centro Lisinac-Muserskiy e Grebennikov libero”

Con che motivazioni sei tornato a far parte della Nazionale Cubana? Resta il sogno Olimpiadi per il 2024?
“Mi piace tornare a casa e dare una mano alla mia nazionale. Hai il tuo popolo al tuo fianco, è vero, non abbiamo vinto e non ci siamo qualificati. Quando in futuro questo gruppo giovane ne avrà la possibilità, il popolo sarà contento”

Quando la squadra è in difficoltà, tu tiri sempre fuori dal buco i compagni, come fai ad essere così positivo?
“Mia madre quando giocava a pallacanestro non mollava mai. Finché non finisce la partita non si molla mai”

Cosa provi quando muri i migliori giocatori?
“Quando li muri nei momenti migliori della partita si prova qualcosa, basta un solo muro nel momento più bello”

Com’è nato il gesto famoso di far girare la palla sul dito prima della battuta?
“Quando ero piccolo i miei giocavano a pallacanestro. Nella nazionale cubana c’era un giocatore che lo faceva. Da lì ho provato ed è rimasto tutt’ora”

Il tuo massimale di salto?
“A Piacenza, 3 metri e 87”.

Foto di Serena Campagnola