Pallavolo nei giorni del Coronavirus – Lo spogliatoio, il palleggio e l’agonismo le tre cose che mancano a Simone Giannelli

Intervistato da Roberto Condio per La Stampa, mentre si parla molto di come e quando si potrà tornare a disputare una partita di calcio Simone Giannelli esprime ancora una volta la sua voglia di tornare a sudare e se possibile giocare nei palazzetti, come sembra faranno i suoi colleghi calciatori: “Come uomini restare allineati alle disposizioni date per combattere il virus. Come sportivi di alto livello, nel diritto di poterci allenare e magari giocare per inseguire i nostri obiettivi. Con tutte le cautele possibili…Se il calcio davvero riprendesse il 4 maggio? Tornerei a chiedere: perché noi no? So che ci sono milioni di cose da capire e da fare, che la strada sarebbe tortuosa, ma provare a percorrerla darebbe un gran segnale… Che bello sarebbe un “playoff” estivo all’Arena di Verona E non importa se non varrà lo scudetto. Ma ribadisco che la cosa più rilevante sarebbe il segnale dato. Intanto, tornando ad allenarsi anche in piccoli gruppi. Poi, magari, giocando per rimettere in moto una catena virtuosa. A porte chiuse o con spettatori distanziati com’è successo a noi contro Sora nell’ultima partita del marzo… Cosa mi manca di più della pallavolo? Tre cose. Uno: lo spogliatoio, vita e scherzi con i compagni. Due: palleggiare, sentire il pallone in mano e decidere la giocata. Tre: fare fatica, l’agonismo. Ho voglia di sfide. Me ne accorgo anche in casa. Riesco ad arrabbiarmi persino quando gioco a burraco con la mia ragazza”.