(Carlo Lisi per Corriere dello Sport) “È stata una stagione strana che ricorderò per sempre, purtroppo non positivamente”. Aimone Alletti, nato a Codogno, compirà 32 anni il prossimo giugno. Gioca da una decina di stagioni nella massima serie italiana, l’ultima quella interrotta nelle file dell’Allianz Milano. Lo abbiamo raggiunto a Milano mentre stava preparandosi al trasloco verso La Spezia, dove si sta trasferendo con sua moglie Leila e la piccola Arya, per farci raccontare gli ultimi sei mesi della sua vita, sicuramente i più difficili, trascorsi tra la paura di dover interrompere la carriera per un problema cardiaco e le angosce per il Covid-19 esploso proprio nella città in cui è nato “È stato molto triste e malinconico vedere inquadrato l’ospedale dove sono nato, per tutto quello che è successo. Io ho sempre vissuto a Piacenza, che dista solamente 10 km e dove la situazione è più o meno la stessa. A Codogno vive la migliore amica di mia moglie, che è stata la prima a essere messa in quarantena: Leila era stata a casa sua a pranzo a Codogno nella stessa settimana in cui è cominciato tutto, quindi abbiamo vissuto molto da vicino la situazione. La mia famiglia vive a Piacenza e devo dire che ero preoccupato anche per 31 mia madre e mia sorella, sapendo che quello era proprio l’occhio del ciclone. Tuttora i numeri dicono e non dicono quello che è successo. Ho letto una inchiesta in cui si parla di un numero di morti che è il triplo di quello dichiarato. Una situazione difficile da accettare”.
Quando è esplosa la pandemia Aimone era tornato in campo da poco: “È stata una stagione molto strana soprattutto per me. Ho avuto un periodo di fermo forzato, dopo un controllo che hanno voluto fare i medici della società che sospettavano una patologia al cuore. Giustamente sono stato fermato sin quando non abbiamo avuto i test genetici, che fortunatamente sono andati bene, per cui dopo due mesi ho avuto il permesso di tornare in campo. Ma il rientro è durato pochissimo perché poi è arrivata quest’altra tegola. Una stagione che ricorderò non positivamente, ma ricorderò».
I momenti più belli sono stati proprio quelli in cui il centrale si è sentito nuovamente un giocatore. “Tornare in campo è stata una bellissima sensazione – ci ha detto Alletti – In queste situazioni ti rendi conto di quanto tieni alla tua vita. Questo era il decimo campionato di Al che disputavo e dopo tanti anni certe cose le consideri la normalità, le dai per scontate. Poi quando ti rendi conto di quanto ti manca. E’ stato difficilissimo. La paura di perdere il gruppo, di non poter più vivere con la squadra mi hanno spaventato. lo stavo li con loro, ma non avevo le loro stesse emozioni”.
Una carriera di alto livello, ma da cui Aimone non è completamente appagato: “Felice di aver giocato in azzurro, meno per le vittorie conquistate. Però ho avuto la fortuna di essere sempre protagonista nelle squadre in cui ho scelto di andare. Scelte di cui non mi pento, sono contentò di quello che la pallavolo finora mi ha dato”. Poi uno sguardo al prossimo campionato: “Il futuro? Io avevo un contratto di un anno a Milano quindi è un punto di domanda in questo momento. Ma è anche un interrogativo che è passato in secondo piano. Perchè tutto il mondo della pallavolo si sta chiedendo come concludere la stagione, anche dal punto di vista economico. Quel che succederà l’anno prossimo è difficile da definire e prevedere. Le società vogliono capire che budget avranno e di li inizieranno a muoversi. Adesso il mercato è veramente fermo”. Intanto Aimone si sposta nella sua casa di La Spezia, vicino ai suoceri, sarà l’aria di mare a fargli compagnia in questi, speriamo pochi, altri giorni di “lockdown”.
Foto di Alessandro Pizzi