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Pallavolo Storie – lubelegends: Andrea Zorzi

Andrea “Zorro” Zorzi è stato l’ospite del terzo incontro con #lubelegends. Un appuntamento speciale per gli appassionati di volley accorsi durante la diretta delle 18 sulla pagina Instagram @asvolleylube. Un viaggio tra i ricordi e le esperienze vissute da chi ha fatto la storia della pallavolo italiana. Lunedì prossimo sempre alle ore 18 si continua con Andrija Geric.

Benvenuto Zorro! Per una volta dall’altra parte della “rete”, da intervistatore a intervistato. Sei uno dei primi campioni arrivati alla Cucine Lube, raccontaci cosa hai provato nelle due stagioni in biancorosso dal ’96 al ’98
“Correva l’anno 96, giocavo a Treviso in una stagione molto complicata. Per qualche ragione avevo capito che l’avventura lì sarebbe finita. Massaccesi mi offrì la possibilità di arrivare alla Lube che allora era una squadra che faceva passi da gigante in avanti. Furono di grande aiuto Roberto Mascierelli e Stefano Margutti che già giocavano con la Cucine Lube. Uno dei primi ragionamenti che feci è che, nonostante ci fossero rischi nel lasciare le prime squadre del campionato, l’idea di avere giocatori che conoscevo bene al mio fianco mi aiutò. Per la prima volta in vita mia, a 31 anni ero capitano. Alla Lube c’era forte voglia di pallavolo e spontanea voglia di far parte di quel mondo di alto livello. Questo non è garanzia di vittoria, molte squadre provano la scalata ma non riescono. Già da allora la Lube azienda rappresentava una solidità. Ho trovato grande disponibilità e voglia di fare, mi sentii ben accolto dai compagni, dalla società e dall’ambiente e tuttora riservo un meraviglioso ricordo del Fontescodella”

Con te la società non ha raggiunto trofei ma traguardi come la Semifinale scudetto e la Final Four di Coppa Cev
“Credo che in quegli anni alla Lube siamo riusciti a fare il nostro dovere, si poteva fare meglio, un ulteriore passettino avrebbe significato una grande impresa ma si poteva fare anche peggio. Siamo tutti soddisfatti, non nascondo che dispiace per la Final Four a Rieti di Coppa Cev sconfitti dalla Sisley. Ho scoperto dei compagni straordinari”

Sei caro alla maglia numero 12, hai chiuso la carriera da giocatore con quella della Lube
“Tante volte ho detto sinceramente che sono felice per come è finita la mia carriera, ho smesso molto presto. La ragione più forte è che mi sono reso conto nell’ultimo anno di fare molta fatica a restare concentrato quanto avrei voluto sulla pallavolo. Quando ho sentito protrarsi per tempo la fatica a stare in palestra e l’insopportabile pesantezza delle sconfitte ho pensato che fosse tempo di cambiare vita”

Il tuo arrivo ha rappresentato tanto, eri un personaggio anche al di fuori della pallavolo. Zorzi alla Lube rappresentava qualcosa di davvero grande da vedere per i nostri tifosi
“Intorno agli anni ’90 in virtù di vittorie importanti all’Europeo e al Mondiale con la Nazionale, la pallavolo ebbe un’esplosione di popolarità. Esplose anche la parte economica oltre che popolare. Chi ha più di 50 anni ricorda quanto fu faticoso gestire la popolarità di colpo in uno sport non abituato a questo. Per me arrivare alla Lube fu una scelta convinta, non era una squadra di primissimo livello ma la più ambiziosa e strutturata dietro le tre big”

Eri alla Lube con il giovane Meoni in regia, con Vullo hai già giocato, poi la società ebbe altri palleggiatori come Mauricio, Sintini, Vermiglio, Travica, Baranowicz, Christenson, Bruno: con chi di questi avresti voluto giocare?
“Tutti quelli elencati sono di altissimo livello. Bruno rappresenta qualcosa di speciale per cosa ha vinto e nel modo in cui l’ha fatto. Sono rimasto sorpreso quando parlandoci ho scoperto la sua dolcezza, è di una bravura unica”

Dopo te la Lube ha avuto opposti del calibro di Miljkovic, Omrcen, Zaytsev, Sokolov: chi è il più forte dei quattro?
“Alla Lube sono passati gli opposti più forti a livello mondiale. Anche Omrcen, da centrale divenuto opposto l’ha fatto a livelli straordinari. Forse per vicinanza dico Ivan Miljkovic: ho un’immagine molto forte agli Europei di Vienna, entrò in campo, fece due schiacciate e ho pensato che sarebbe arrivato in alto e l’ha fatto, è arrivato a livelli straordinari”

L’emozione più bella della tua carriera?
“Risale a molto tempo fa, parlando di pallavolo, la vittoria all’Europeo dell’89 a Stoccolma e la conferma del mondiale l’anno dopo in Brasile. Sensazioni fortissime, inimmaginabili, come fosse il sogno di un bambino di diventare astronauta e poi si ritrova sulla luna. Poi la conferma di essere campioni del mondo nel ’94, enorme soddisfazione più di testa che di pancia in questo caso. Con la Nazionale ho vinto abbastanza, coi club scuoto un po’ la testa, ho fatto molte finali scudetto vincendone solo due, con la nazionale il contrario”

Quanta differenza c’è tra la Lube di allora e la Lube attuale?
“I paragoni cronologici sono impossibili soprattutto così distanti. La differenza principale è che ora la Lube è la corazzata d’Italia e d’Europa, quella di allora stava scalando. Era molto più rilassante essere un membro della Lube di quegli anni rispetto ad ora che devi confermare di essere il migliore”

Come è nata la scommessa con Fabio Giulianelli nella finale scudetto del 2006? Ricordiamo a fine gara hai portato per un giro di campo con il patron Lube sulle spalle
“La Sisley aveva vinto gara 3 andando avanti sulla serie. Dissi a Fabio: se porti la Sisley a gara 5 a Pesaro e vincete ti porto in spalla. Più che una scommessa era una sorta di esortazione: vinsero gara 4, poi gara 5 e giustamente scontai la pena e portai il presidente in torno al campo dopo la vittoria scudetto”

I tuoi sestetti ideali? Del passato e attuali
“Molto complicato, se è il mio sestetto io mi ci metto. Preferisco rifugiarmi diplomaticamente in una formazione a cui sono molto legato: Tofoli in regia con me opposto; Gardini-Lucchetta al centro; Cantagalli-Bernardi. Ho giocato con loro e sono legato alle vittorie con loro, il sestetto del ’90 a Rio de Janeiro. Nel sestetto attuale faccio un sestetto europeo, metto: Toniutti-Mikhailov; Leon-Juantorena; Nowakowski-Muserskij; Grebennikov”

Molti apprezzano le tue telecronache ascoltate su Dazn della gare di Champions League della Cucine Lube Civitanova
“Ricordo che mi venne l’idea folle di chiedere al direttore di Dazn di passare a commentatore. Per alcuni mesi è stata un’impresa ciclopica, poi la cosa è migliorata e sono contento di quanto fatto durante le meravigliose finali di Berlino. Per fortuna al mio fianco c’è Papi, spalla meravigliosa che aiuta moltissimo. È meno divertente fare il telecronista rispetto alla seconda voce ma il telecronista ha in mano il ritmo della partita quindi conta di più”

Tutti ricordano la tua Lavagna Tattica, lezioni di pallavolo di assoluto livello
“Mancano molto anche a me, è stata un’occasione che Sky ha potuto portare avanti perché c’era la voglia e c’erano soldi per cambiare modo di raccontare sport e pallavolo. Ricordo che divenne una grande passione: era l’occasione per raccontare e rendere fruibile a tutti qualcosa che l’occhio di un esperto può conoscere. Intorno alla lavagna c’era la mia esperienza da giocatore, la voglia di fare il giornalista e la voglia di fare il divulgatore. Tutte e 3 gli aspetti in un unico schermo che era raccontare cosa accadeva di un’azione durante una partita”

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