Pallavolo SuperLega – Diego Mosna il vincolo, Vettori, Nelli e il futuro

Diego Mosna, presidente della Trentino Volley e attualmente soltanto presidente onorario della Lega Pallavolo serie A, in una intervista con Nicola Baldo per l’Adige è intervenuto nel dibattito di questi giorni sul vincolo sportivo (che per due atleti come Vettori e Nelli riguarda direttamente Trentino Volley) e sulle conseguenze che può portare la pandemia del Covid-19 nell’economia delle società.
VINCOLO – Queste sono le regole che da tempo sono in vigore per tutti. Anche noi vi ci siamo sempre attenuti, nel bene e nel male. Credo Vettori faccia più un discorso generale, mentre per quel che riguarda Nelli lui è frutto del lavoro del nostro vivaio. Ancora due anni fa facemmo a Nelli una proposta di rinnovo contrattuale che lui ha rifiutato. Liberissimo di farlo, ma se avesse accettato ora avrebbe comunque un ingaggio garantito a Trento. Adesso che il suo contratto è scaduto è libero di andare dove vuole, ma ovviamente c’è da pagare il parametro di valorizzazione. Che è un parametro fisso e deciso da tanti anni, per tutti i giocatori e le giocatrici d’Italia di ogni livello, dalla Federazione Italiana Pallavolo. Seda Lucca è arrivato in Nazionale almeno una piccola parte del merito il nostro vivaio lo avrà. Noi gli abbiamo dato tutte le possibilità di giocare, come i prestiti a Padova e Piacenza. Poi chiaramente a quel punto il destino era nelle sue mani, non nelle nostre”.
RICHIESTE RICEVUTE – “Ad oggi non tantissime, ma questo è un anno particolare. Tanto il mercato era frizzante prima della pandemia, tanto è fermo adesso. Ma il mercato è lungo, dura fino al 15 luglio ed oltre. Capisco che possano accusare un po’ di nervosismo per questo prolungarsi dei tempi, ma il mercato è ancora molto lungo”.
VETTORI – “Lui ha con noi un premio di uscita da riconoscere alla nostra società alla scadenza del contratto. Che è lo stesso premio che noi pagammo tre anni fa a Modena e che Modena prima pagò a Piacenza, di 90 mila euro circa. Ma questa è una cosa scritta nera su bianco nel suo contratto ancora tre anni fa, non è certamente frutto di un sopruso ordito improvvisamente con chissà chi”.

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