Ricardo Lucarelli parla da giocatore di Trentino Volley. Intervistato da Maurizio Cannone per la Gazzetta dello Sport racconta parecchio di sè (Lucarelli è il nome di battesimo che gli ha dato il padre che era rimasto colpito dal pittore toscano) e spiega come è maturata la decisione di venire a giocare nella SuperLega.
TRENTO – “La città l’ho conosciuta quando ci andai a giocare un’amichevole col Brasile nel 2014. Vincemmo 3-2. Città sviluppata, ma con tanta natura, non è frenetica. Rapha (Raphael Vieira, ndr), col quale ho giocato al Taubaté, ha trascorso tanti anni al Trentino Volley e mi ha parlato molto bene del club e dell’ambiente”.
SQUADRA FORTE – “Sì, una squadra nuova. Una bella esperienza. Spero di riuscire ad amalgamarmi il prima possibile”. GIANNELLI – “E’ arrivato presto sulla scena internazionale. Giocò a Rio a 20 anni. Non è facile per un regista. Portò l’Italia alla finale così giovane. Ed è già capitano di Trento. Ciò dimostra il suo carattere, la sua personalità”.
PRIMA VOLTA – “Prima non sapevo se fosse una buona opzione giocare all’estero. Ora mi sento più sicuro e mi sono accordato con un club in cui ho sempre voluto giocare, il primo della lista”.
CIVITANOVA – “Il club a cui sono stato più vicino è Civitanova nel 2017. Bruno era ancora a Modena. La proposta mi ha scosso, Civitanova aveva Juantorena insieme ad altri giocatori bravi. Ma poi ho preferito rinnovare col Taubaté”.
SUPERLEGA – “Credo che l’intensità sia grande. Partite molto complicate. Questo è la forza della Superlega: equilibrio. Ogni gara è complicata. Ci sono squadre con la battuta aggressiva sempre. Questo mi è capitato solo quando ero avversario con la Nazionale. È una cosa alla quale dovrò adattarmi”.