L’Italia (e non solo) ha scoperto la bravura degli azzurrini, ma anche quella di Vincenzo Fanizza che nel giro di 13 mesi ha vinto prima il Mondiale U19 e poi l’Europeo U18 con due gruppi diversi. Intervistato da Gianluigi De Vto per la Gazzetta del Mezzogiorno il tecnico pugliese ha parlato del trionfo di domenica a Lecce e del dopo-trionfo.
CORAGGIO – “I ragazzi rientrano nei club con un’esperienza internazionale e un Campionato Europeo vinto. Le società non possono non tener conto del valore aggiunto. Si, bisogna avere il coraggio di metterli in campo”.
FUTURO PERSONALE – “Mai dire mai, proposte di club le valuterei, ma il percorso azzurro mi affascina. Vede, si trascurano le responsabilità. Se avessimo perso, oggi parleremmo di altro, delle cose che non vanno e che non sono state fatte”
ALCUNI TITOLARI – “Anche gli schiacciatori Luca Porro, miglior attaccante dell’Europeo, e Marco Zoratti, hanno nei club molte possibilità di partire titolari. Gabriele Laurenzano? I genitori me lo hanno affidato quando non aveva dodici anni. Viaggiava ogni settimana, arrivava a Francavilla il giovedì e tornava a Rossano Calabro la domenica. Ha fatto tanti sacrifici è diventato uomo oltre che un ottimo libero. E Cosimo Balestra ha cominciato quando aveva dieci anni. È un taciturno, ma molto serio. Ha i migliori numeri di categoria in Italia. I due sono una certezza, ma posso dire che nel giro di un anno ne usciranno altri. Sicuro”.
RUOLI CAMBIATI – Mattia Boninfante spostato al palleggio, lui che a Treviso gioca come attaccante, e a Marco Zoratti gli ha fatto fare lo schiacciatore lui che a Genova è in regia. Rivoluzioni che aiutano o si pagano? “Dipende da quello che accade quando i ragazzi rientrano nei club d’appartenza. Non dobbiamo cercare di convincere i loro allenatori, piuttosto di confrontarci, per il bene di tutti, della nazionale e del club. E ci confrontiamo”.