Giornata di vigilia di semifinale per l’Italia, impegnata nel Campionato Europeo Under 17 femminile. Le Azzurrine di Marco Mencarelli, domani scenderanno in campo contro la Russia (ore 19), nella gara che vale l’accesso alla finale per il titolo di venerdì 9 ottobre.
“Siamo un gruppo, – ha esordito nel presentare il match il tecnico federale – questa è una squadra dove non ci sono quelle individualità che spostano gli equilibri, e di conseguenza quello che abbiamo fatto e quello che potremmo fare da qui in poi, è un aspetto legato: alla coesione del gruppo, alle intese, alla comunicazione e all’aiuto reciproco. Questi sono gli aspetti che danno un valore aggiunto a una squadra”.
LA SFIDA CON LA RUSSIA – ”È difficile dire che tipo di partita sarà quella contro la Russia perché si tratta di un gruppo troppo giovane. Ne abbiamo viste di tutti i colori in questa prima fase. Tutte le squadre, comprese Russia e Serbia che hanno dominato l’altro girone, in certi momenti sono andate in difficoltà e in altri hanno dimostrato la loro superiorità rispetto alle avversarie. La stessa cosa è successa anche nel nostro girone, abbiamo fatto dei primi set un po’ “leggeri”, ma poi abbiamo preso il sopravvento. Io penso che solamente la Russia abbia una top player che spicca rispetto al resto della squadra, tutte le altre formazioni sono costruite su gruppi solidi. Per esempio la Turchia, gioca molto bene, anche perché è un gruppo ristretto che sta assieme da tanto tempo, invece la Russia e forse ancora di più la Serbia, hanno atlete con fisicità importanti. Questi sono elementi che nell’attuale fascia d’età possono fare la differenza. Ci sono delle condizioni che pongono incertezza sui risultati, soprattutto per l’equilibrio che c’è tutte tra le formazioni”.
DENTRO O FUORI – “L’approccio che dovranno avere le ragazze in una partita da dentro o fuori, rispetto a un match del girone, potrebbe cambiare. Potrebbe essere diverso lo stato d’animo con cui si va in campo. Io ho sempre sostenuto che per l’esperienza agonistica, giocare i quarti, le semifinali e le finali è qualcosa di completamente diverso, talvolta la prestazione è molto legata allo stato d’animo del momento. Per me questa è l’undicesima generazione che alleno e ho sempre puntato sul fatto che si dovesse accedere alle semifinali come obiettivo minimo supremo. Disputare partite da dentro o fuori, e quindi giocare semifinali e finali, sono un’esperienza che ovviamente forma le giocatrici in maniera incredibile. Non c’è un amichevole che ti permette di vivere questa situazione. Arrivati a questo punto è come giocare un quadrangolare all’interno di un torneo, si scende in campo con uno spirito completamente diverso. Sono proprio questi gli incontri che formano un giocatore”.