In un brillante intervento a Sottorete su Tef Channel, Vital Heynen ha raccontato molti dei “segreti” del primato della sua Sir Safety Conad Perugia.
FORZA DEL GRUPPO – “Il momento d’oro della mia squadra? – ha detto alla trasmissione di Marco Cruciani come riporta il Corriere dell’Umbria -. Senza dubbio la forza del gruppo. Penso ad Atanasijevic, è fuori per infortunio, ma è sempre con la squadra, motiva i compagni e li incita continuamente. Ma penso anche a Zimmermann. E’ il secondo palleggiatore e gioca, quindi, di meno ma parla benissimo l’italiano nonostante sia qui da appena due mesi. E ci dà una grossa mano anche da questo punto di vista, per il gruppo è importante. La squadra è qualcosa che si vive 24 ore su 24, non è solo il campo…”.
SQUADRA DA BATTAGLIA – “Siamo una squadra da battaglia, giochiamo sempre senza arrenderci. Dall’inizio della stagione siamo stati sotto in otto set, a volte anche di cinque-sei punti. Ma tranne qualche eccezione abbiamo sempre recuperato, non abbiamo mai mollato. Questo spirito guerriero che, attenzione, non è facile da allenare, mi entusiasma. Questa è la Sir e tutti lo sanno. Guardate cosa ha fatto Lorenzetti nel quarto set di domenica. Vinceva 19-16 ma ha chiamato il time out. Perchè? Perché Perugia è squadra che non muore mai, che gioca sempre e lo ha voluto ricordare ai suoi giocatori”.
MAI CONTENTO – “E’ normale, questo è l’allenatore, bisogna dare la scossa, sempre, ogni giorno. Mi rivedo molto nelle parole di Johan Cruijff, mito del calcio mondiale. Bisogna sempre pungolare la squadra, prima ma anche dopo le gare. E’ normale che i giocatori non siano poi sempre contenti dell’allenatore. Ma il mio ruolo non è quello di essere simpatico”.
14 GIOCATORI – “Non è un luogo comune quando si parla di me, ma la verità. Non esistono titolari e riserve. Piccinelli gioca con Cisterna perché, poi, quando entra a Trento è più tranquillo e Russo va subito in campo dopo l’infortunio perché la giornata successiva ci serve per vincere contro l’Itas. Questa storia dei 14 titolari so che non convinceva. Nemmeno Gino Sirci che mi ripeteva spesso: ‘In Italia non funziona così’. E invece con me va, perché è normale che deve essere così”. A proposito di Sirci. Difficile andare d’accordo con il vulcanico patron della Sir. Ma stavolta le cose sembrano andare a meraviglia… “Ho letto l’intervista al Corriere dell’Umbria dove dice che siamo molti simili. E’ vero, siamo entrambi molto diretti e franchi. Parliamo molto, ci confrontiamo, lo facciamo con passione tant’è vero che qualcuno che ci vede può persino pensare che stiamo litigando. Abbiamo trovato un modo per lavorare insieme, poi si sa come va nello sport. L’allenatore deve vincere e fare i risultati. Guardate cosa è successo a Soli a Monza. Già tre tecnici sono stati esonerati e siamo solo alla sesta giornata…”