(Carlo Lisi per il Corriere dello sport) di Carlo Lisi
Come incide sempre più nella vita di tutti i giorni, anche nella pallavolo di vertice il covid-19 ha cambiato la vita, ai massimi livelli, come in quelli intermedi e di base. Sino ad un paio di settimane la pallavolo, salvo rari sporadici casi era sembrata un’oasi felice. Poi in questi ultimi giorni i pallavolisti stanno vivendo una realtà diversa, difficile, in cui i tamponi e i test sembra che abbiano preso il posto dei muri e delle schiacciate. Se si vanno a guardare i numeri c’è quasi da rimanere a bocca aperta: in Superlega maschile sono sinora cinque le gare rinviate. Addirittura 12 in serie A1 femminile, dove ormai la classifica attuale ha un valore relativo con una squadra come Cuneo, colpita massicciamente dal coronavirus ha addirittura 5 match da recuperare, e le sue consorelle diverse altre. E non parliamo di quello che sta accadendo in A2 e A3 maschile e in A2 femminile, dove le segnalazioni e i rinvii sono all’ordine del giorno.
In queste ore continuano a confluire molte più notizie riguardanti la pandemia, che quelle del volley giocato, vengono sottolineate le buone nuove (le negatività di interi gruppi squadra), ma purtroppo ci sono anche segnali di allarme.
In Superlega la capolista Perugia sta combattendo la sua battaglia, addirittura 12 gli atleti colpiti alcuni dei quali stando alle indiscrezioni stanno per uscire dal loro isolamento, ma prima di tornare in campo dovranno sottoporsi ad una serie di esami clinici. Di mercoledì la notizia che un piccolo cluster è nato nella Nbv Verona. Sette i contagiati ma solo 3 sono atleti per cui la loro prossima gara non è stata ancora rinviata. Ieri è stato il turno di Ravenna che di contagiati su 7 ne ha cinque nella squadra. Dopo una lunga degenza stanno rientrando nelle rispettive squadre i ragazzi dell’Under 20, che in pratica il campo in campionato ancora non l’hanno toccato in campionato, perché al ritorno da Brno sede dell’Europeo diversi di loro erano risultati positivi. Le buone notizie riguardano il martello di Modena Rinaldi, il libero di Cuneo Catania e ultimo il capitano della squadra Michieletto, tornato negativo ieri.
La domanda che si fanno tutti è come proseguirà la stagione. In campo maschile il presidente della Lega Maschile Massimo Righi è stato deciso: “L’intento è andare avanti: fermarsi anche solo per un mese o due, con almeno un altro mese di preparazione in mezzo, equivarrebbe a una chiusura”. Anche il n.1 della Lega Femminile Mauro Fabris vuole continuare: “Il campionato verrà portato a termine. Stiamo lavorando per studiare soluzioni alternative. La mia idea è quella di una soluzione in stile Nba (come accadrà in Champions League), una sorta di bolla”
Intanto sui social il dibattito è infiammato dalle dichiarazioni di alcuni presidenti dei clubs di vertice, soprattutto del settore maschile. Catia Pedrini di Modena: “I rigidi protocolli che abbiamo tutti insieme seguito alla lettera, purtroppo non sembrano più essere sufficienti” lei vorrebbe “Sospendere due mesi e riprendere con maggiore sicurezza a gennaio”. Di idea completamente opposta Diego Mosna di Trento: “La sospensione della Superlega equivarrebbe ad ammettere di aver perso questa battaglia contro il Covid-19 e, allo stesso tempo, renderebbe difficile la successiva ripresa dell’attività in condizioni migliori di quelle attuali”
Se i campionati di vertice stanno vivendo momenti difficili e pieni di dubbi, quelli inferiori dalla serie B in giù per ora non cominceranno. La Federazione Italiana alla luce delle restrizioni contenute nel DPCM che entra in vigore da oggi, tenendo conto della situazione epidemiologica che sta progressivamente peggiorando, ha stabilito per la pallavolo indoor di sospendere l’attività di interesse nazionale di ogni ordine e grado (fanno eccezione i massimi campionati gestiti dalle due Leghe) rinviandola al prossimo mese di gennaio. Questo è il momento che sta vivendo il nostro volley.
Foto di Michele Benda