(Carlo Lisi per Corriere dello Sport) Se su le spalle porti quel nome e quel numero e in una partita metti a terra 46 palloni in una sola gara, facendo una cosa che non aveva mai fatto nessuno nella serie A italiana è normale che la tua popolarità esca fuori come lo spumante da una bottiglia. Diego Cantagalli, figlio del “fenomeno” Luca, 21 anni compiuti a febbraio, è il personaggio della settimana per l’impresa compiuta con la maglia della Sieco Service Ortona in serie A2 contro Siena. Conferma del talento di questo ragazzone che dopo aver assaporato con gusto la panchina della Lube due anni or sono (vincendo scudetto e champions) ha deciso di iniziare la sua scalata al vertice del volley italico: la scorsa stagione in A3 con i Diavoli Rosa Brugherio, risultando il best scorer del campionato prima dell’interruzione ed oggi A2 nell’Impavida Ortona in cui ha già segnato 93 punti in sole 3 partite.
“Effettivamente queste giornate non sono giornate qualunque, per il fatto che sono abbastanza sotto i riflettori. – ha ammesso l’opposto – Io sono una persona tranquilla e mi ritengo anche piuttosto umile. Sono fiero di quello che ho fatto ma già da quando sono tornato in palestra, ho ricominciato a lavorare a testa bassa. E’ stata una prestazione bellissima che spero verrà ricordata per molto tempo, ma è già passata e bisogna pensare al futuro senza dire: “Wow sono fortissimo ho fatto 46 punti”
Il giovane Cantagalli è un opposto potente, ma che non disdegna di mettersi a disposizione della squadra: “Io non mi ritengo abbastanza potente… però come ho detto mi sento umile e nei momenti di difficoltà della squadra anche contro Siena ho cercato di fare tutto quanto al meglio, in attacco ed anche in difesa: un fondamentale di grinta e di voglia, che va oltre la tecnica. Per arrivare in Superlega devo lavorare ancora un po’ su tutto, soprattutto la battuta in cui sono troppo incostante”.
Figlio di uno dei grandissimi della “generazione di fenomeni” Diego parte di un gruppo di talenti emergenti classe 99 (Recine, Gardini, Lavia, Cortesia solo per citare i più in vista ndr), che si dice possano ripetere quella magnifica storia: “La situazione vissuta dalla “generazione di fenomeni” è stata incredibile, ma sono ottimista pensando al ricambio generazionale che sta arrivando. Attualmente ci sono ragazzi che stanno dimostrando grande talento. A distanza di tanti anni credo che la pallavolo italiana possa rivivere una situazione come quella degli anni 90. Le potenzialità ci sono ma accorrerà vedere come si impegnerà ogni singolo”.
La domanda che in molti si pongono se avere avuto un padre tanto bravo in campo è stata una fortuna per la crescita del “posto 2” abruzzese: “Avere un papà che è stato così bravo in campo è una fortuna e una gioia. Papà è una persona fantastica sotto tutti i punti di vista. Negli anni qualche consiglio esce fuori sempre quando parliamo soprattutto nell’attacco. Credo che sia stata una fortuna che non mi abbia mai obbligato a giocare a pallavolo, non mi ha mai condizionato: mi ha sempre lasciato libero di imparare da solo, di capire cosa vuol dire giocare a pallavolo”.