Domani l’Exacer Montale ci riprova, e tenterà di tornare in campo ben cinquantuno giorni dopo l’ultimo match disputato. In Emilia arrivano le lombarde della Futura Volley Giovani Busto Arsizio.
Un momento particolare della stagione dell’Exacer Montale su cui il tecnico del sestetto emiliano Ivan Tamburello fa una profonda riflessione in cui ha ripercorso quel che è successo a causa del covid-19: “Non giochiamo, ormai, da quasi due mesi, precisamente dall’14 ottobre, contro Olbia. Le circostanze sono state particolari, perché nonostante i nostri tamponi fossero sempre negativi, ben cinque squadre, settimana dopo settimana, hanno avuto responsi diversi dal nostro. Poi, nelle ultime due occasioni, l’emergenza ha toccato anche noi. Un periodo lunghissimo, come un altro periodo di precampionato, che abbiamo provato ad affrontare con il giusto piglio agonistico e contemporaneamente sempre con la dovute attenzioni del caso, con il corretto rispetto delle regole, con il giusto scrupolo. Abbiamo continuato a giocare a pallavolo tra di noi, quindi a fare il nostro lavoro, come un qualsiasi gruppo di lavoro, che deve convivere giornalmente tra mille difficoltà comuni a tutti coloro che tutti i giorni provano comunque a svolgere il loro compito. Stiamo vivendo un passaggio storico, le cui cronache verranno lette e commentate per decenni e ricordate come uno degli eventi più difficili e dolorosi che l’umanità ha dovuto affrontare, dopo la Seconda Guerra Mondiale. Detto ciò, mi interesserà poco analizzare quando recupereremo le partite e con chi, non commenterò calendari più o meno difficili, e contemporaneamente non mi piango addosso perché la domenica non si gioca, e stiamo perdendo ‘l’atteggiamento agonistico’. “Nella solidarietà della comunità, i nostri problemi sono piccolissimi in confronto a realtà ben più dure della nostra. Noi ci divertiamo a giocare a pallavolo, con meno certezze di prima. Ma l’incertezza è il paradigma del momento, è per tutti. E se è vero che l’incertezza riguarda tutti quanti, è sicuramente certo che in questo momento ci sono gruppi di lavoro che stanno soffrendo di più, che stanno rischiando di più, di noi pallavolisti. Noi sportivi di medio-alto livello siamo un gruppo privilegiato: siamo monitorati tutte le settimane, le società stanno facendo dei grandi sforzi economici per coprire tutte le spese dello screening settimanale, noi possiamo lavorare con maggiori sicurezze. In caso di contagio si può intervenire in tempi rapidissimi. Ci sono tante categorie di lavoratori che non hanno queste possibilità. Ci sono classi lavorative che stanno rischiando la vita per noi. Questo ci deve dare ulteriore responsabilità nel rispetto dei protocolli, dobbiamo dare il buon esempio, visto la visibilità di cui disponiamo, altro privilegio. Dobbiamo resistere nello svolgere la nostra attività, con buon senso, continuare a divertirci a giocare a pallavolo nel rispetto delle regole, con tanta pazienza, come se giocassimo un tie-break. Con tanta pazienza, sapendo che la scienza ci aiuterà a tornare alla normalità.”