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Pallavolo Storie – Andrey Zenovich saluta l’arbitraggio, ieri l’ultima direzione dal seggiolone

(Carlo Lisi per iVolleymagazine.it) E’ consueto celebrare i grandi campioni quando salutano la loro disciplina in campo, meno rendere merito ad un arbitro che ha segnato un era a livello internazionale, abbracciando due epoche ed essendo per 25 anni protagonista sul “fatidico” seggiolone. Il russo Andrey Zenovich ieri ha arbitrato la sua ultima partita in Patria: direzione numero 1150, a cui vanno aggiunte le altre centinaia di gare dirette a livello internazionale.
“Papa Andrei”, così lo chiamavano i colleghi più giovani, era un personaggio disponibile e cordiale fuori dal campo, dove intratteneva ottimi rapporti con atleti, tecnici, dirigenti ed anche giornalisti. Con noi addetti ai lavori viaggiava spesso sullo stesso aereo nei trasferimenti dei grandi tornei mondiali, dove nel limite del possibile si evitava di mischiare le squadre con i direttori di gara.
La sua carriera ai massimi livelli nazionali si era iniziata nel 1988, quando il grande stato dell’Europa orientale si chiamava Unione Sovietica ed era proseguita dopo la caduta del muro. Nel 1995 era divenuto arbitro internazionale e nel 1997 aveva diretto la sua prima gara nell’ambito della World League e negli ultimi anni aveva fischiato anche nella nuova Vnl.
Nella sua lunga carriera ha diretto in 4 Mondiali femminili, 2 rassegne iridate maschili, 9 campionati d’Europa, 5 World Cup, 3 Giochi Olimpici. Arbitrato due volte le gare per la nedaglia d’oro a 5 cerchi: in campo femminile nel 2012 nella sfida tra Brasile e Stati Uniti e nel 2016 tra gli uomini nel Maracanazinho nel match per il titolo olimpico tra Brasile e Italia. La sua “storia” a livello internazionale internazionale si sarebbe dovuta concludere, per raggiunti limiti di età, a Tokyo 2020, ma la pandemia per il covid-19 ha fatto rinviare i Giochi.
Andrey Zenovich non abbandonerà il grande volley completamente, lascia il seggiolone e si sposta sulla sedia di chi insegnerà ad arbitrare

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