Si avvicinano a grandi passi le prossime elezioni della Federazione Pallavolo, che sanciranno (ormai non ci sono più dubbi) del passaggio della presidenza dal milanese Bruno Cattaneo al barese Giuseppe Manfredi, che salirà nella più importante carica federale 33 anni dopo Pietro Floriano Florio, altro dirigente pugliese che nel suo periodo di presidenza pose le basi per il grande volley dei nostri giorni.
Giuseppe Manfredi intervistato da Gian Luca Pasini per l’inserto della Gazzetta dello Sport “VcomeVolley” ha indicato alcuni punti importanti e fondamentali del suo programma: società, dirigenti, impianti e nazionali.
SOCIETA’ AL CENTRO – “Se non c’è la società che organizza e che promuove la Federazione non ha molto senso di esistere. Da qui deve partire tutto e a lei deve essere rivolta l’attività. Un esempio: anche quando organizziamo un evento internazionale, attraverso gli organi territoriali non facciamo altro che potenziare l’attività di dub”.
SCUOLA PER DIRIGENTI E TECNICI – “Scuola per dirigenti e scuola per tecnici, questa è la partenza. Sia per quanto riguarda le società, ma anche per le organizzazioni periferiche federali. E’ chiaro che dobbiamo uscire dall’idea del dirigente che è colui che porta i palloni. Abbiamo bisogno di un’altra figura e soprattutto abbiamo bisogno di andarlo, per prima cosa, a reclutare. Poi prepararli per un lavoro differente. Quindi non ci sarà più solo il dirigente volontario, ma una persona che ha un certo impegno e che percepisce un compenso”.
IMPIANTISTICA – “Qualche anno ta la FIGC fece un progetto per realizzare 100 campi periferici. Mi vorrei ispirare a quello migliorandolo: cercando di mettere assieme società, scuola, ente locale e federazione. Le risorse le troveremo di certo. Abbiamo già avviato un discorso costruttivo con il Credito Sportivo. Si parte da un primo censimento che abbiamo fatto sul territorio. Si tratta di mettere in moto la macchina con la Commissione Impianti. Parliamo di palasport di base, ovvio non i grandi palazzi”.
ORGANIZZAZIONE FEDERALE – “Noi ovviamente dobbiamo continuare a far riferimento alle regole del Coni. La mia idea generale e quella di avere “manager” che hanno voglia di crescere, di migliorarsi. Sempre con un occhio al territorio. Se devo immaginare la federazione del futuro vedo un ente con tanti giovani, che sono già oggi pronti per essere inseriti in ruoli di responsabilità”.
NO DOPPIO INCARICO – “A parte l’ultimo periodo del tutto particolare e quindi eccezionale, ritengo che il primo allenatore della Nazionale non debba avere il doppio incarico”.
GIOCHI DI TOKYO – Il lavoro di valorizzazione del settore giovanile, sia maschile che femminile e di livello. Ci potranno essere delle pause, magari a inizio quadriennio, ma ho molta fiducia nei nostri giovani”.
FIDUCIA NEI RISULTATI OLIMPICI – “Sì. Ho molta fiducia. L’avevo ai tempi della qualificazione ce l’ho oggi: siamo stati maniacali allora nella preparazione, lo saremo anche verso Tokyo. Ho sensazioni positive… La prima cosa è arrivare in Giappone sapendo di avere fatto tutto per centrare il risultato”.
VOGLIA DI SORRISI DEI GIOVANI CHE GIOCANO – “Paura? Non certo del lavoro. Né mio personale, né degli altri della squadra. L’unica cosa che mi spaventa è il tempo che ci separa dal ritorno in palestra e dal vedere ancora il sorriso dei nostri ragazzi e ragazze che giocano”.