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Pallavolo Storie – Khalia, la figlia della leggenda NBA Bon Lanier, ha scelto il volley e gioca a Bergamo

Ieri contro Cuneo è stata la migliore realizzatrice della partita. La statunitense Khalia Lanier ha sicuramente ereditato il talento per lo sport dal suo illustre padre Bob , una delle più grandi star della NBA negli anni ’70 e ’80. Lanier otto volte All-Star durante la sua carriera con i Detroit Pistons (1970-80) e Milwaukee Bucks (1980-84) è stato inserito nella Naismith Memorial Basketball Hall of Fame nel 1992 e ha lavorato come capo allenatore ad interim dei Golden State Warriors nel 1994-95. Intervistata da Alessandro Poggi per olympicchannel.com. la 22enne originaria dell’Arizona ha spiegato perché ha scelto la pallavolo, come si trova in Italia e confessato il suo sogno Los Angeles 2028.
PERCHè NO AL BASKET – “Non volevo giocare a basket perché non volevo essere sotto i riflettori per quello che è stato a livello sportivo mio padre. Il confronto è difficile, soprattutto come una donna viene avvicinata ad un atleta professionista maschio. Quindi volevo trovare la mia strada, trovare il mio sport”.
A1 DIFFERENTE – “Non è facile passare dal college ad un campionato professionale. Sto cercando di aiutare la mia squadra in qualunque modo posso”
SOGNO OLIMPICO – “Penso che ogni ragazza che gioca a pallavolo possa sognare di andare alle Olimpiadi. Rappresentare gli Stati Uniti e far parte di quel gruppo di ragazze d’élite sarebbe fantastico. Inoltre, vincere il primo oro per gli Stati Uniti, sarebbe ancora più sorprendente”.
OBIETTIVO LOS ANGELES 2028 – “Non penso a Tokyo, credo che realisticamente devo puntare ai giochi di Los Angeles 2028”
L’ITALIA – “La adoro davvero. Voglio dire, il cibo è fantastico, le persone sono state davvero fantastiche. Penso che abbiamo un gruppo di ragazze davvero fantastico. L’unica cosa con cui ho lottato è il tempo ultimamente, perché in Arizona e In California, come dove ho vissuto, non nevica mai. È stato così spaventoso e sorprendente per me! ”
ALTO LIVELLO – “Le ragazze sono più esperte. Sono atleticamente più forti e potenti. Non puoi fare affidamento sul tuo talento naturale per essere la “migliore”. A livello di college puoi emergere anche in base ai colpi che hai qui non servono soltanto quelli. Qui devi colpire il colpo intelligente, devi colpirlo forte e devi colpirlo velocemente. E in un certo senso tutto deve funzionare al momento giusto per ottenere il punto. Penso che la differenza più grande sia il livello di gioco, la rapidità, l’intensità. È decisamente qualcosa a cui devi adattarti e devi rallentare il gioco per te stesso. All’inizio in alcune situazioni non riuscivo nemmeno a vedere la palla. Non so se sono nervoso o se il gioco è davvero così veloce, ma ora penso che stia rallentando un po’ e sono più a mio agio e non sto andando fuori di testa”.

Foto di Bonalore Images

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