(Carlo Lisi per iVolleymagazine.it) Viene dalla splendida Alberobello il prossimo presidente della Federazione Italiana Pallavolo. Giuseppe Manfredi 68 anni da compiere nel prossimo mese di giugno, è il candidato unico per prendere la guida di un movimento sportivo di assoluta importanza come la pallavolo italiana. Ex-allenatore una lunga carriera da dirigente federale iniziata in giovane età, percorsa salendo gradino dopo gradino, dalla realtà provinciale, a quella regionale, sino a quella nazionale.
UN SOLO OBIETTIVO – Facciamo un salto nel futuro, quando nel 2025, dopo i giochi di Parigi 2024 ci saranno le nuove elezioni federali, quali risultati vorrebbero che brillassero nella sua relazione all’Assemblea?
“Oggi ho solo un obiettivo quello di ritrovare quello che purtroppo non abbiamo più: riprendere al massimo l’attività delle mie società e dei miei atleti. Sarà difficilissimo far tornare tutto come era, ma ce la metteremo tutta per riportare la Fipav a 2-3 anni fa: una delle Federazioni più grosse, più importanti, con un numero immenso di atleti, con tanta attività.
Il secondo punto del mio programma riguarda le società sportive, ma soprattutto le componenti dirigenziali. Io vorrei che al termine di questo quadriennio ci fosse una classe di dirigenti rinnovata, ringiovanita, più professionale che possa contribuire a far crescere ancora di più le nostre società sportive”.
FEDERAZIONE COMPATTA La Fipav si presenta all’inizio del nuovo quadriennio (le elezioni sono in programma domenica prossima 7 marzo) con un movimento nuovamente compatto, senza divisioni e con un programma unico. Una soddisfazione per il futuro presidente?
“La soddisfazione c’è, ma la devo condividere con il presidente uscente Bruno Cattaneo e il Consiglio Federale. Abbiamo fatto bene, ognuno ci ha messo del suo per essere più presenti sul territorio; abbiamo lavorato con grande abnegazione e completa disponibilità. Io personalmente ho girato moltissimo, ho cercato di essere vicino ai problemi di tutti. Alla fine devo essere sincero, questa unità che si sta realizzando è una bella soddisfazione. Il percorso unitario è stato spontaneo, lo dimostra che proponiamo una “squadra” che ha al suo interno i rappresentanti della maggior parte delle regioni”.
RILANCIO CAMPIONATI – Dopo questo difficile biennio di pandemia ci sarà da rinnovare e rilanciare tutti i campionati dalla base al vertice?
“Dobbiamo dividere il movimento in due categorie. Parlando della serie A dovremmo metterci subito con tranquillità seduti con le Leghe per programmare il futuro. Io vorrei che si facesse un progetto non di uno o due anni, ma più lungo, che possa essere migliorato e rispettato. Questa pandemia ci ha letteralmente disastrato, ci ha fatto cambiare tutti i piani. Siamo stati costretti a chiudere i tornei senza retrocessioni per tenere in vita le società. Perché dobbiamo essere sinceri nulla in questo momento è regolare, ma la nostra attività i nostri campionati stanno andando avanti grazie alla passione dei nostri dirigenti: l’obiettivo è mantenere accesa la fiammella, mantenere in vita l’attività. Dalla prossima stagione speriamo di poter riprendere a regime e ricominciare ad organizzare i campionati come erano prima. Oggi abbiamo la necessità di mantenere i nostri numeri, se le cose torneranno alla normalità, torneremo a parlare di qualità, di vertice e di iniziative e attività importanti.
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