(Carlo Lisi per iVolleymagazine.it) Lo Zaksa di Nikola Grbic ha confermato di essere una squadra di primissimo livello. La rimonta di ieri contro Ngapeth e compagni ha un grande valore nell’economia della Champions, ma forse ancora di più a livello di autostima. Non si butta fuori Civitanova e poi si rimonta e si vince una partita già persa (la rimonta è iniziata sul 2-0 24-22) contro una delle stelle del volley europeo: perché sia chiaro che non è che è stata il sestetto russo a perdere, ma quello polacco a vincere.
Una vittoria dal grande significato tecnico, ma anche morale. Una sfida tra russi e polacchi non è mai una partita qualunque, dentro entrano tante motivazioni anche extra-tecniche, dovute ad una rivalità che ha origine lontane. E riuscire a farlo in un palazzetto pieno di tifosi (era un anno che non accadeva a livello internazionale ndr) aumenta la sua importanza, un fatto che dimostra la forza di una formazione che. forse non si sottolinea abbastanza, in una pallavolo ormai globalizzata come succede particolarmente in Italia, il sestetto della squadra di Grbic è formato da tanti talenti di casa: da Kaczmarek a Kochanowski, da Zatorski a Sliwka, per finire all’ultima rivelazione Semeniuk, che dopo aver castigato Civitanova ieri ha messo a terra 27 palloni con Kazan, e soltanto 2 stranieri il regista francese Toniutti e il centrale Usa Smith (neanche titolare inamovibile perché il polacco Rejno lo sostituisce spesso). Una realtà diversa da quella nostra attuale, ma simile a quanto accadeva negli anni 90 quando l’Italia dominava a livello assoluto…