(testo di Sergio Martini, foto di Stefano Moroni) Da diverse stagioni è una delle palleggiatrici più brave del campionato, molto impegnata nel sociale quando il volley le dà un po’ di respiro. Stiamo parlando di Marta Bechis, torinese di fede granata che negli ultimi 18 mesi ha vestito la maglia della Millenium Brescia.
GLI ESORDI – I suoi esordi nel volley che conta risalgono a quando Marta aveva 16 anni. “Gioco da tanti anni a pallavolo ma le emozioni si sono trasformate nel tempo. Quando sono andata via di casa le prime sensazioni erano di stupore ed ero un po’ intimorita perché facevo qualcosa di nuovo e diverso e non mi aspettavo di impegnarmi a quei livelli. Arrivavo da una serie C di una squadra sotto casa e a Novara sono stata catapultata in campionati giovanili di altissimo livello a giocarmi le finali nazionali. E giocavo anche con la serie A che prima vedevo in tv. Giocare con Aguero, Cardullo e Paggi era un bel salto ed ero anche una ragazzina molto timida. Che bello e chi se lo aspettava? Un misto di stupore e meraviglia all’inizio”.
SODDISFAZIONI DALLE PERSONE – “Al di là quando vinci le soddisfazioni più belle sono arrivate dalle persone che ho incontrato nel mio cammino. Quello che ancora oggi mi è rimasto e mi porto dentro sono le persone con cui mantengo ancora dei contatti. La pallavolo ti porta a spostarti tanto anche dove non conosci nessuno e trovi nuovi mondi, culture e persone. Le amicizie vere e profonde sono i ricordi più belli che porto nel cuore e rimangono nel tempo, nella memoria e nel vissuto”.
L’APICE A CONEGLIANO – “Conegliano è stata una tappa fondamentale, dove ho vinto tanto con la qualità del lavoro fatto. Ricordi che lego alla società, ai tifosi e alle vittorie. Ma ogni mia stagione ha una storia e ha contribuito alla mia carriera, non solo quelle vincenti. Conegliano è stata una tappa molto vincente e i ricordi si sprecano”.
Se pensa alla maglia azzurra cosa le passa per la testa?”.
L’AZZURRO MI EMOZIONA – “Pensare alla nazionale mi dà tanto orgoglio e soddisfazione, con un pizzico di rammarico perché mi piacerebbe vestirla ancora. Conta molto la bravura ma anche il periodo storico che vivi e anche la fortuna. Ero in nazionale con Lo Bianco e Ferretti e tanto di cappello, Leo era il mio mito dentro e fuori dal campo e una campionessa su tutti i fronti. Sono orgogliosa e ricordo l’emozione di esordire nella mia Torino con la maglia azzurra con grande soddisfazione. Mi piacerebbe avere altre opportunità ma le nuove leve non mancano. I ricordi sono carichi di emozioni e l’azzurro emoziona sempre”
MARTA E IL SOCIALE – “Il mio impegno va avanti da sempre attraverso varie esperienze. Col Centro Collaborazione Medica, sono stata in Burundi con dei loro progetti per una ventina di giorni, la prima esperienza. Sono tornata provata ma nel corso degli anni ho cercato di organizzare degli eventi per raccogliere fondi come per un pozzo di purificazione dell’acqua in India, ma negli ultimi due anni sono stata bloccata dal Covid. Ma mi piace poter fare qualcosa e fa parte di me. Inutile dire che l’ultimo anno è mezzo è stato complicatissimo dal punto di vista professionale e personale. Tutto è stato sconvolto. Coi tifosi di Brescia recentemente dicevo che, da quando ero arrivata non ero ancora riuscita a fare un giro in città. E per me è stato pesante e nessuno se lo aspettava.”.
DOPO L’ESTATE – “Mi sto prendendo del tempo e mi sto laureando su una tesi che riguarda l’ organizzazione e la comunicazione degli eventi sportivi con laurea in Design e Disciplina della Moda. Ma la pallavolo è ancora la prima cosa nei miei pensieri. Sono consapevole di essere la giocatrice che sono e il fisico risponde ancora. Posso competere a buoni livelli e sono ancora giocatrice, pallavolista, atleta. Ma penso anche ad altro per sentirmi attiva. Ho ricevuto proposte dall’estero e anche in Italia che sto valutando. Cerco una soluzione che sia ottimale per me e per il mio futuro. Con Brescia i contatti non ci sono, forse sta facendo altri
calcoli”.
