Il “fascino” di Julio Velasco è rimasto immutato negli anni. L’uomo che ha diretto ai massimi livelli la “Generazione dei Fenomeni” e che oggi (precisamente da 24 mesi) è il Dt delle nazionali giovanili azzurre maschile continua ad essere protagonista con le sue dichiarazioni sul volley e non solo (nel calcio altra sua grande passione è stato dirigente della Lazio e dell’Inter). In Italia è stato nell’ultima settimana due volte ospite della popolare trasmissione di Sky “Calciomercato”, in Brasile ha partecipato alla seguitissima “Bola de Vez” su Espn.
Durante la trasmissione brasiliana ha colpito la sua presa di posizione contro le naturalizzazioni nel volley e non solo. Intervistato da Daniel Bortoletto, caporedattore di WebVôlei.com.br, alla domanda su Leal, Leon e Juantorena, naturalizzati rispettivamente da Brasile, Polonia e Italia ha detto: “Sono contrario per diversi motivi. La prima è che il cambio di nazionalità di giocatori è sempre da paesi più poveri a paesi più ricchi. E non solo nella pallavolo. Nell’atletica, questo è enorme. Il numero di africani in competizione per Inghilterra, Svezia, Stati Uniti, Italia è davvero molto alto” Per un’ora Velasco ha trattato diversi argomenti, come l’oro olimpico sempre sfuggito alla nazionale Azzurra e lo scenario attuale della pallavolo mondiale. Julio ha anche raccontato un aneddoto sull’incontro con Pep Guardiola, il grande tecnico di calcio spagnola: “Giocava nella Roma, ma già era in fase di transizione per diventare allenatore, mi ha cercato Velasco per saperne di più sulla mia filosofia di lavoro vincente”.
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