(Carlo Lisi per il Corriere dello Sport) Ormai da un decennio è il volto della nazionale azzurra maschie di pallavolo. Campione celebrato in campo, personaggio fuori, atleta vero. Parliamo di Ivan Zaytsev che si appresta a vivere a 33 anni la sua terza Olimpiade per inseguire ancora una volta il podio… e non solo. Dopo quella piena di entusiasmo di Londra 2012, conclusa sul gradino più basso del podio; quella eccitante vissuta a Rio 2016, dove grazie anche ad alcune sue esaltanti prestazioni l’Italia accarezzo arrivando in finale il coronamento del sogno dell’oro olimpico; ora arriva questa di Tokyo 2020, in cui avrà il doppio piacevole compito di essere il capitano di una formazione in cui non mancano grandi campioni, ma in cui sarà determinante anche il contributo dei giovani che si sono affacciati alla ribalta nel post-pandemia.
Come arriva l’Italia all’appuntamento più atteso, dopo un biennio senza grandi sfide internazionali?
“L’avvicinamento verso Tokyo è stato tosto, diverso dal solito per quel considerando tutti protocolli per il covid. Da un punto di vista di stress psicologico è stata più dura, ma penso che il gruppo sia pronto, sia lucido a livello di testa, perché sappiamo bene l’importanza assoluta di questo appuntamento e sappiamo che siamo pronti. Credo che non abbiamo tralasciato nulla, abbiamo lavorato sui minimi dettagli, sulle cose piccole senza mai tirarci indietro. Non abbiamo perso tempo in inutili discussioni o lamentele, qundi “siamo sul pezzo”
Tre Olimpiadi affrontate con tre stati d’animo diversi
“La vigilia di Londra è stata carica di aspettative perché era la mia prima Olimpiade. Ero carico di aspettative perché non sai mai cosa trovi. La vigilia è stata piena di racconti, di storie, di cose belle che succedono durante i Giochi. Poi magari la realtà, come ti capita a volte, è diversa dalle tue aspettative. Quella di Rio è stata decisamente più bella, più emotiva e più goduriosa. Questa di Tokyo credo che sarà altrettanto emozionale, altrettanto importante, ma sicuramente diversa dalle altre ricollegandomi al discorso del covid”.
A livello personale cosa c’è di più in te alla vigilia e cosa c’è in meno.
“Cosa c’è di meno non lo so, spero nulla. Sono convinto che ci sia soltanto qualcosa in più, perché ho qualche anno di esperienza alle spalle e questo aiuterà anche a gestire eventuali momenti di difficoltà che inevitabilmente il gruppo troverà e dovrà affrontare. Credo che potrò essere una risorsa importante”.
In squadra ci sono 3 o 4 giovani, quanto può essere utile un capitano come te?
“Io cerco sempre di non essere troppo invadente, cerco sempre di empatizzare con i ragazzi. Sono convinto che tutti quelli che sono alla prima esperienza olimpica si devono godere il momento e vivere le loro sensazioni interiori. Se qualcuno avrà bisogno di un consiglio sono pronto a darglielo ed aiutarli”.
Rispetto a Rio cosa è cambiato a livello di avversari?
“Negli ultimi anni il livello della pallavolo internazionale si è molto equilibrato, anche se non bisogna sottovalutare che la Polonia ha un Leon in più e che il Brasile ha un Leal in più. Per il resto credo che siamo tutti a grandi linee sul livello che si conosce. Sappiamo cosa ci attende dall’altra parte della rete”.
Il momento topico sono i quarti di finale.
“Le due Olimpiadi che ho già vissuto hanno dimostrato che i quarti, che sono la prima partita secca da dentro o fuori, sono il momento decisivo. Una sfida che ti può spedire fuori o aprirti le porte delle medaglie. Avversarie da evitare? Una vale l’altra. Importante è l’avvicinamento che devi fare per arrivare a quell’appuntamento, in cui dovremo costruirci le nostre certezze in campo. Poi per il nome dell’avversario come diciamo a Roma “ndo cojo, cojo”. L’importante sarà arrivare a giocare quella gara”.
Una quarta Olimpiade c’è nella tua testa?
“Perché no! Bisogna vedere quanto sarò in grado di dare una mano alla squadra. Se ci sarà bisogno di me non mi tirerò indietro”
Dopo i Giochi quest’anno fatto inusuale c’è l’Europeo. Sarai del gruppo?
“Sinceramente non ho affrontato questo discorso con il nuovo ct De Giorgi (che sostituirà Blengini dopo le Olimpiadi ndr) Non avuto modo di parlarci al riguardo. E’ una cosa da vedere passo, passo: adesso giochiamo a Tokyo al massimo, poi vediamo”.